I dati che emergono dagli indici Pmi non lasciano dubbi: i dazi Usa stanno mettendo in difficoltà l’economia dell’Eurozona che si trova un stagnazione. Fra i settori maggiormente in difficoltà c’è quello del terziario. Tuttavia è in parte controbilanciato dal manifatturiero che tiene duro agli scossoni provocati dalla guerra commerciale iniziata da Donald Trump.
Nello specifico, l’indice Pmi composito dell’Eurozona si è attestato a 50,1 solo marginalmente superiore alla soglia di 50 punti che indica il livello di espansione o contrazione dell’economia e inferiore ai 50,9 punti di marzo 2025. Inoltre, rappresenta il dato più basso degli ultimi quattro mesi.
L’attività terziaria di aprile è marginalmente diminuita (a 49.7 da 51 punti di marzo), bloccando la tendenza di crescita durata quattro mesi. La produzione manifatturiera, al contrario, è aumentata per il secondo mese consecutivo (a 51,2 dai 50,5 di marzo). Si tratta di un aumento modesto, ma comunque fra i più alti registrati da maggio 2022.
Gli effetti dei dazi Usa sui vari settori produttivi
Gli indici Pmi non lasciano spazio a interpretazioni: i dazi Usa stanno creando non pochi scossoni all’economia dell’Eurozona, e non in positivo. Tuttavia, il settore manifatturiero è quello che si difende meglio, nonostante le tariffe volute dal Tycoon abbiano colpito anche questo comparto produttivo con un generale 10% e un 25% sulle auto. Le aziende hanno infatti aumentato la produzione per il secondo mese consecutivo, ad aprile più che a marzo.
“I costi energetici, crollati a causa dei timori di recessione negli Stati Uniti, sono attualmente una vera benedizione per il settore manifatturiero della zona euro – ha detto Cyrus de la Rubia, Chief economist di Hamburg Commercial Bank – un altro fattore positivo è l’annuncio di incrementi delle spese sulla difesa”.
Non si può dire lo stesso del settore terziario che ha visto la propria attività ridursi, anziché crescere come aveva fatto praticamene senza interruzioni da febbraio 2024.
“Il calo più veloce dei nuovi ordini ci fa presagire che questa debolezza resterà per un po’”, ha specificato de la Rubia, il quale però stima che le maggiori spese fiscali tedesche sulle infrastrutture e quelle sulla difesa in Europa alla fine possano giovare anche al terziario.
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