Dal 2025 i titoli di Stato e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio (buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale) potranno essere esclusi dal calcolo dell’Isee fino a un valore massimo di 50 mila euro: l’intervento, ora ufficializzato, rappresenta un passo decisivo nella ridefinizione dei criteri di accesso alle prestazioni sociali agevolate.
A confermare questa importante novità è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, firmando il nuovo Dpcm che modifica proprio il regolamento per la determinazione dell’Isee, strumento fondamentale per valutare la condizione economica delle famiglie italiane e determinare l’accesso a bonus e agevolazioni, come l’Assegno unico universale, il bonus asilo nido e i sussidi per luce e gas.
La misura, già prevista dalla Legge di Bilancio 2024, aveva incontrato ritardi nell’applicazione, ma ora si prepara a diventare operativa. Dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’Inps dovrà fornire le istruzioni operative ai Centri di assistenza fiscale (Caf) per adeguare la compilazione delle Dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu). Le famiglie potranno già beneficiare di questa modifica a partire dall’Isee 2025.
Secondo le stime tecniche allegate al Dpcm, l’esclusione dei titoli di Stato potrebbe ridurre il valore dell’Isee per molti nuclei familiari. Per lo Stato ciò comporterà un incremento di spesa pubblica, stimato in circa 44 milioni di euro l’anno, una cifra già coperta dalla precedente legge di Bilancio.
Fattivamente, il decreto firmato dalla premier modifica le regole introdotte nel 2013 e fissa criteri aggiornati per il calcolo del patrimonio mobiliare e immobiliare: l’esclusione di Btp, Bot, Ctz e Cct dal computo è una delle misure più significative, ma ci sono altre variazioni rilevanti, come nel caso del calcolo dell’Isee corrente, indicatore temporaneo richiesto in caso di variazioni significative di reddito o patrimonio.
Ora potrà essere aggiornato non solo per modifiche lavorative, ma anche per cambiamenti patrimoniali superiori al 20% rispetto ai valori precedenti: una flessibilità che dovrebbe portare a una rappresentazione più accurata della situazione economica familiare e che sarà valida fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento.
Ancora, i nuclei familiari con componenti disabili o non autosufficienti, vengono esclusi dal calcolo del reddito i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, erogati in ragione della disabilità. Inoltre, la scala di equivalenza (che attribuisce un peso diverso ai componenti del nucleo) viene aumentata di 0,5 per ogni membro con disabilità media, grave o non autosufficiente.
Il Governo ha previsto una fase transitoria per garantire continuità: gli Isee già emessi rimarranno validi fino alla loro naturale scadenza, ma le famiglie avranno la possibilità di richiedere una nuova attestazione secondo le regole aggiornate, anche se potrebbe comportare costi aggiuntivi, perché dal 2023 i Caf, non più remunerati dallo Stato per più di una Dsu all’anno, richiedono un contributo medio di 25 euro per ogni ulteriore richiesta.
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