I conti pubblici dell’Italia sono in miglioramento e, adesso, il Governo di Giorgia Meloni vuole raccogliere la sfida della crescita. Il primo dato che fa ben sperare è il saldo primario, cioè la differenza positiva fra entrate e spese delle amministrazioni pubbliche, che – per la prima volta dalla pandemia causata dal Covid – è più confortante rispetto a quanto previsto a ottobre 2024 nel Piano di bilancio strutturale.
I numeri presentati dall’Istat mostrano un 2024 che si è concluso con un avanzo al netto degli interessi dello 0,4% del Pil, cioè 9,6 miliardi di euro, contro il più timido 0,1% – pari a 2,2 miliardi – scritto nel programma ufficiale di finanza pubblica. Come diretta conseguenza, migliorano anche i saldi centrali della finanza pubblica italiana, in linea con quanto anticipato da Bankitalia.
Nello specifico, il deficit è sceso al 3,4% del Pil, contro il 3,8% previsto dal Governo a ottobre, e anche il debito arriva al 135,3% invece del 135,8%. Il quadro “è confortante ed è ragione di soddisfazione – ha commentato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – ma non possiamo fermarci, ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa”.
La spinta delle entrate
I conti pubblici sono un miglioramento, in primis, grazie alle entrate registrate dal Fisco. Anche le uscite fanno ben sperare circa il futuro del nostro Paese. Basti guardare alle nuove misure introdotte a sostegno della povertà, al posto del reddito di cittadinanza, con una dinamica inferiore alle attese.
Una delle spese più lente del previsto c’è però anche il Pnrr, che nella componente prestiti incide sui saldi di finanza pubblica e contribuisce anche a spiegare la crescita inferiore alle attese. La sfida reale, adesso, è rappresentata dalla crescita che, per molti esperti, è destinata a fermarsi sensibilmente sotto il +1,2% messo a preventivo dal programma ufficiale di finanza pubblica.
“Quel che accadrà alla crescita in Italia e in Europa è un grosso punto interrogativo”, ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti. Già da aprile 2025 si potranno osservare le conseguenze su deficit e debito e sui tempi di uscita dalla procedura per deficit eccessivo.
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