Italia, per le aziende meno chiusure ma fallimenti record

L’analisi di Cerved sul primo trimestre 2014 registra un massimo storico per le procedure fallimentari, ma c’è un rallentamento del fenomeno. Arrivano anche segnali incoraggianti sul fronte dei pagamenti alle imprese

È un quadro di luci e ombre quello raffigurato dall’ultima analisi Cerved sui riguardanti fallimenti e chiusure delle aziende italiane nel primo trimestre del 2014; ci sono alcuni segnali incoraggianti, soprattutto sul fronte dei pagamenti alle imprese, e calano le chiusure aziendali ma arrivano ai massimi storici le procedure fallimentari. L’analisi del Cerved:

Tra gennaio e marzo 2014 si contano 23 mila chiusure aziendali, il 3,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo miglioramento è attribuibile alla diminuzione delle liquidazioni volontarie, che hanno fatto registrare un calo del 5%, e delle procedure non fallimentari (-1,4%), che hanno compensato l’aumento dei fallimenti (+4,6%). Nello stesso periodo hanno aperto una procedura fallimentare circa 3.800 imprese (+4,6%). Pur trattandosi di un nuovo record, il dato indica un rallentamento del fenomeno rispetto ai trimestri precedenti, in cui i fallimenti crescevano a doppia cifra. I dati indicano che queste procedure aumentano del 5,4% tra le società di capitale, la forma giuridica con la maggiore concentrazione, e del 5,8% tra le società di persone, mentre si riducono dello 0,4% tra le altre forme societarie.

I SETTORI. A soffrire maggiormente il settore dei servizi, +7,3%, per cui il fenomeno sta comunque rallentando rispetto all’ultimo trimestre 2013, e quello delle costruzioni, +6,3%, in cui invece si registra un’accelerazione rispetto al quarto trimestre 2013 (+5,9%). Migliora anche la manifattura (+0,8%) che segna una decisa frenata rispetto all’ultimo trimestre 2013”.

AREA GEOGRAFICA. I fallimenti crescono in tutto il territorio, ad eccezione del Nord-Est, in cui si registra un calo dell’1,8%, che segue quattro trimestri di boom del fenomeno con tassi molto più elevati rispetto al resto della penisola. Continua l’aumento nel Nord-Ovest (+3,7%), nel Mezzogiorno e nelle Isole (+5,7%) e soprattutto nel Centro con un incremento sostenuto del 10,3%.

LIQUIDAZIONI VOLONTARIE. Sono 19 mila le liquidazioni volontarie registrate nei primi tre mesi dell’anno, il 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2013. È un calo che segue quello dell’ultimo trimestre 2013 e che potrebbe segnare un cambio di rotta dopo un lungo periodo di aumento del fenomeno. La diminuzione interessa l’industria (-7,4%), i servizi (-3%), mentre nel settore dell’edilizia si registra un lieve aumento (+0,8%). Dal punto di vista geografico, il fenomeno diminuisce ovunque con l’eccezione del Mezzogiorno dove aumenta dell’1%.

Nonostante un aumento del 7% dei concordati preventivi (comprensivi di un piano), il numero di procedure concorsuali non fallimentari risulta in calo dell’1,4%. I dati indicano anche che – a seguito dei correttivi alle normative sui concordati in bianco e in particolare all’introduzione della possibilità per i tribunali di nominare un commissario giudiziale che monitori la condotta del debitore – si è fortemente ridotto il ricorso al pre-concordato: nei primi tre mesi del 2014 si contano circa 800 domande, in calo del 48% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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