Ehi tu, piccolo imprenditore, sai che paghi più tasse di Facebook?

Le medie aziende italiane nel 2016 hanno pagato più imposte di Facebook, Google e gli altri colossi del web che hanno versato 11,7 milioni in totale

Serve la web tax? Sì, certo, e anche al più presto. Perché le medie imprese italiane hanno pagato più tasse dei colossi di internet nel 2016. Escludendo ovviamente i risarcimenti imposti dal Tribunale di Milano a Google e Apple, pari a 624 milioni, il sistema che permette di registrare in altri Paesi (Irlanda, Lussemburgo, Olanda o Delaware) i ricavi incassati in Italia, ha permesso a Facebook, Apple, Amazon, Airbnb, Twitter e Tripadvisor di versare all’Agenzia delle entrate appena 11,7 milioni di euro complessivi per tutto l’esercizio 2016. Praticamente quanto ha pagato da sola la Piaggio, mentre le matite Fila hanno versato cinque milioni in più a fronte di 422 milioni di incassi.

LE MEDIE IMPRESE PAGANO PIU’ TASSE DI FACEBOOK: URGE LA WEB TAX

Al momento è tutto regolare, grazie ai regimi fiscali agevolati e in attesa di una web tax europea che metta ordine in questo sistema. Se ne parlerà al Consiglio d’Europa il 15 settembre a Tallinn cercando di mettere in piedi una tassazione digitale comune in tutta l’Ue. I ricavi da pubblicità di Facebook, per esempio, vengono contabilizzati a Dublino: tanto che la divisione italiana del social network ha versato 267 mila euro di tasse l’anno scorso. E il sistema è ormai consolidato: anche Apple “spedisce” i soldi in Irlanda, Amazon in Lussemburgo. Ecco perché sull’onda delle cause vincenti – su tutte la multa da 13 miliardi imposta dall’Ue a Dublino per gli “sconti” praticati a Apple – la procura di Milano ora sta marcando Amazon, mentre la Francia ha presentato il conto a Microsoft: 600 milioni di euro.

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