Liberalizzazioni, 1.700 emendamenti. Cambia la tassa sulle barche

Il gran numero di richiesta di modifiche porterà il governo a porre la questione di fiducia decreto legge giunto in Senato. Tre principali novità

Millesettecento emendamenti sono stati presentati questa mattina da tutti i gruppi parlamentari per l’esame dell’Aula del Senato. Un numero talmente elevato che porterà molto probabilmente alla richiesta da parte del governo di una questione di fiducia sul decreto legge all’esame in Parlamento. Verranno valutate tutte le richieste di modifica presentate in Senato. Tre, in particolare, le novità emerse nell’analisi dei senatori e che non erano state segnalate nei giorni scorsi. A destare più polemiche è quella sulla tesoreria unica che obbliga Regioni, Comuni e Province a trasferire allo Stato, il 50% delle risorse depositate presso le tesorerie locali alla data del 24 gennaio. “Nessun ente locale non avrà i soldi da spendere – ha affermato il vice ministro all’Economia, Vittorio Grilli a SkyTg24 – Ma con la crisi di liquidità lasciare denari inusati nelle banche non è possibile”, perché costringerebbe a più emissioni di titoli di Stato. La centralizzazione della tesoreria non è fine a sé stessa ma è per un efficientamento della gestione della liquidità”. Le proteste hanno comunque portato a un sostanziale rinvio del problema che verrà trattato con un eventuale emendamento da presentare probabilmente al decreto fiscale, anticipato per ora da due semplici ordini del giorno al Senato per impegnare il Governo a ridurre al minimo la durata temporale della misura. Liberalizzazioni, anche le imprese avranno il ratingAltre due novità riguardano l’Rc Auto e il possesso di imbarcazioni. Il primo punto renderà automatici i premi assicurativi nel caso in cui i guidatori non abbiano avuto incidenti e dunque debbano pagare tariffe più basse. Inoltre sarà più veloce ottenere il risarcimento per il furto e l’incendio della macchina. Per quanto riguarda le barche, invece, cambiano le tasse previste nel testo del decreto Salva-Italia: non più un’imposta sullo stazionamento ma sul possesso. Un’imposta che parte da 800 euro annuali per le barche dai 10,1 a 12 metri fino a 25 mila euro per scafi superiori a 64 metri. “La tassa – si legge – non si applica ai soggetti non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia che posseggano unità da diporto, sempre che il loro possesso non sia attribuibile a soggetti residenti in Italia, nonché alle unità bene strumentale di aziende di locazione e noleggio”. Per quanto riguarda l’affitto, i proprietari potranno mettere a noleggio l’imbarcazione pagando una tassa unica del 20%. “Tale attività non costituisce uso commerciale”, si sottlinea. L’incasso annuo non potrà superare i 30 mila euro e l’importo sarà soggetto a un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, e delle relative addizionali, pari al 20% “con l’esclusione della detraibilità e deducibilità dei costi e delle spese sostenute, relative all’attività di noleggio”.

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