© ShutterstockIl numero delle liquidazioni giudiziali ha raggiunto quota 2.292 tra aprile e giugno 2024. Si tratta della cifra in termini assoluti più alta da tre anni a questa parte. L’aumento è stato registrato per il quarto trimestre consecutivo, un +12,5% ottenuto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando era mediamente del 7,5%.
L’indagine realizzata da Cribis, società del gruppo Crif, mostra come l’unica area in miglioramento sia quella dei servizi mentre l’industria, con 392 pratiche, è in crescita in sintonia con la media generale (+12%). Al commercio corrisponde un picco di 779 pratiche, +19%, ma l’edilizia con 415 pratiche vive la crescita maggiore, del 27%.
La tendenza all’incremento delle liquidazioni giudiziali è cominciato l’anno scorso, visto che dal 2015 in poi si è assistito a un continuo calo delle pratiche, a partire dal boom di 15mila del 2014, senza tenere in considerazione il periodo della pandemia nel 2020. I segnali allarmanti nel panorama dell’economia sono diversi. Ci sono pagamenti con ritardi oltre i 30 giorni (9,5%), in crescita rispetto all’anno precedente, e 5 milioni di ore di Cassa integrazione aggiuntive nel confronto annuo (+20% a giugno).
La produzione industriale dei primi cinque mesi del 2024 risulta in calo del 3,4%, coinvolgendo tutte le categorie: prodotti di consumo, intermedi e beni strumentali. Inoltre, i ricavi delle aziende frenano di oltre due punti percentuali. “La situazione di incertezza geopolitica, così come la discesa dei tassi meno rapida del previsto continua a porre davanti alle imprese uno scenario complesso, in cui si investe in generale con meno entusiasmo”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Cribis, Marco Preti. “I dati sulle liquidazioni restano in un ambito ‘fisiologico’ e al momento non sono preoccupanti ma la loro crescita è coerente con questo quadro di difficoltà e va monitorata”.
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