Il consiglio di amministrazione di FiberCop, società nata a luglio dalla separazione della rete Telecom, si è concluso con un annuncio che era nell’aria da diversi giorni: l’amministratore delegato Luigi Ferraris ha rassegnato le dimissioni. Il consiglio, pur non convocato specificamente per affrontare questo tema, ha accolto la decisione all’unanimità, affidando ad interim le deleghe al presidente Massimo Sarmi.
Contestualmente, è stato avviato l’iter per la selezione di un nuovo amministratore delegato. Le dimissioni di Ferraris, arrivate dopo poco più di sei mesi dall’insediamento, hanno sorpreso il mercato. Tuttavia, fonti vicine alla società negano che fosse in corso un processo di ricambio al vertice, smentendo le ipotesi circolate nei giorni scorsi.
L’uscita di scena di Luigi Ferraris avviene in un momento cruciale per FiberCop, impegnata nella definizione del primo piano industriale. La società si trova in una posizione unica in Europa, essendo la sola infrastrutturale dell’ex incumbent totalmente separata dalla casa madre. Questo contesto, come spiegato in un articolo dl Sole 24 Ore di oggi, amplifica la complessità della pianificazione, già slittata a marzo, che dovrà tenere conto di diversi fattori: l’esame dell’Antitrust sul master service agreement con Telecom, la necessità di completare la transizione dalla rete in rame alla fibra, e l’analisi dell’Agcom per stabilire i nuovi obblighi regolatori. A questi impegni si aggiunge il tema strategico dell’integrazione con Open Fiber, promossa da Cdp, azionista di maggioranza della società rivale. Una prospettiva che potrebbe trasformare la struttura del mercato italiano delle telecomunicazioni.
Un asset strategico sotto i riflettori
FiberCop rappresenta un asset cruciale, con un’operazione finanziaria da 18,8 miliardi di dollari guidata dal fondo Kkr e sostenuta da un pool di investitori di rilievo: il Tesoro italiano (16%), il fondo pensione canadese Canada Cpp (17,5%), il fondo sovrano di Abu Dhabi Adia (17,5%) e l’italiano F2i (11,2%). L’importanza del progetto rete unica, legata ai potenziali benefici economici e infrastrutturali, ha spinto Kkr e Cdp a coordinarsi per le nomine chiave, rendendo il processo di successione una questione delicata.
Nel frattempo, la gestione ordinaria è affidata a Sarmi, veterano del settore e figura di riferimento nel board. Il management sarà supportato da Stefano Paggi, recentemente nominato responsabile della rete, con esperienze precedenti in Telecom e Open Fiber.
© Riproduzione riservata