Voglia di made in Italy, nel 2020 varrà 16 miliardi in export

Con 'Esportare la dolce vita' Confindustria e Prometeia hanno fotografato il mercato del “bello e ben fatto” italiano, evidenziandone anche i principali canali di promozione all’estero. Ecco com’è andata

Cresce la classe benestante nei mercati internazionali (entro il 2020 ci saranno 224 milioni di nuovi ricchi) e aumenta la domanda di made in Italy di qualità, consierata dai consumatori come uno status symbol. In base alle stime della sesta edizione della ricerca Esportare la dolce vita, presentata a Expo 2015 Milano da Confindustria e Prometeia, le esportazioni italiane di prodotti belli e ben fatti (BBF) nei 30 principali nuovi mercati – che oggi valgono 11 miliardi – raggiungeranno i 16 miliardi di euro nel 2020, con un aumento del 45% in sei anni (+27% rispetto ai mercati maturi). La Russia rimarrà il principale mercato emergente per le imprese italiane BBF (3,5 mld nel 2020), ma vedrà la sua crescita penalizzata dal difficile quadro macroeconomico e politico. Gli Emirati saranno il secondo mercato (3,3 mld nel 2020) e registreranno il più forte incremento dell’import (+1,3 mld). Al terzo posto la Cina (2,2 mld nel 2020), con un aumento molto consistente delle importazioni (+0,7 mld). Il rapporto, realizzato con il contributo di Anfao, Anica, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e Smi, analizza in particolare le grandi opportunità per i settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria (qui l’analisi, settore per settore).

I MERCATI PIÙ REDDITIZI. Grandi opportunità però non significano sempre facile accesso per le imprese italiane. Per valutare l’accessibilità a questi mercati è stato infatti costruito un apposito indice. Nel ranking dei trenta nuovi mercati gli Emirati sono in testa in tutti i settori, seguiti in molti casi dalla Malesia e dai mercati europei; Russia e Cina, fondamentali per l’export italiano di BBF, non si collocano mai tra i primi dieci paesi. Turismo e prodotti audiovisivi sono importanti veicoli di promozione del BBF. Il flusso di visitatori stranieri in Italia offre l’opportunità di far conoscere direttamente il made in Italy a oltre 7 milioni di turisti provenienti dai paesi emergenti, in particolare da Russia, Cina e Brasile. Un fattore di criticità è però la loro breve permanenza, spesso di passaggio all’interno di un tour europeo. Ciò accade soprattutto a causa dell’assenza di hub aeroportuali e di grandi tour operator nazionali. L’Expo di Milano rappresenta un’importante occasione per superare questo limite perché pone l’Italia per sei mesi al centro del turismo rivolto all’Europa.

IL CASO CINA. Tra i 30 nuovi mercati la Cina offre le maggiori prospettive di sviluppo alle imprese del BBF e nel 2013 l’Italia è diventata il primo fornitore internazionale di questi beni. Per i cinesi i punti forti dei prodotti italiani sono qualità, ampiezza di gamma, design, stile, innovazione e artigianalità e il made in Italy è il target di riferimento nelle tendenze di moda cinesi. Uno dei fenomeni di maggior rilievo è poi lo sviluppo del commercio elettronico, che dal 2013 ha reso la Cina il primo mercato mondiale per valore delle vendite online.

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