Entro questa sera, il Consiglio dei ministri dovrebbe imprimere un’accelerazione alla manovra finanziaria, lavorando anche al documento programmatico di bilancio (Dpb) da trasmettere all’Unione Europea e al decreto collegato per completare l’impianto delle coperture.
È intenzione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti rispettare il più possibile le scadenze relative alla sessione di bilancio. Il suo dicastero, nel frattempo, è impegnato nelle trattative serrate con le banche. Si confida che non ci sarà un intervento né sull’Ires né sull’Irap, ma un contributo sotto forma di intervento sulle Dta, le imposte differite attive, e sulle stock option. Si ipotizza anche un intervento per i fondi utilizzati per rafforzare il patrimonio bancario. In ogni caso, si precisa dall’agenzia Ansa, si starebbe cercando una convergenza sull’entità del contributo. Se tutto andasse nella giusta direzione, potrebbero essere confermati gli interventi in favore dei redditi medio bassi e delle famiglie con figli.
Attualmente non sono previsti incrementi della tassazione su persone e aziende: la copertura per evitarli dovrebbe essere garantite da tagli e spending review. Tra i punti più discussi all’interno della maggioranza di governo c’è l’aliquota Irpef sui redditi del cosiddetto secondo scaglione, quelli che vanno da 28 mila a 50 mila euro lordi: Forza Italia, uno dei partiti che compone la maggioranza di governo, continua a chiedere un taglio di altri due punti, dal 35 al 33%. Per quanto concerne il taglio del cuneo fiscale, ci sarebbe la volontà di distribuire il carico tra il sistema fiscale e i contributi, allargando la soglia massima di reddito valida per ottenere benefici da 35 mila euro fino a 40 mila. Nell’ambito della sanità, l’esecutivo vorrebbe mantenere il livello di spesa già pianificato al 6,3% del Prodotto Interno Lordo (Pil).
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