Con l’inizio della produzione della nuova Maserati Quattroporte nello stabilimento di Grugliasco (Torino) – che nei prossimi mesi si dedicherà anche alla realizzazione Maserati Ghibli (nuova berlina alto di gamma del segmento E) inizia una nuova era per il marchio di lusso del gruppo Fiat. “Oggi è un giorno storico”, ha affermato l’ad Fiat, Sergio Marchionne, di fronte agli operai e ai vertici del gruppo, sottolineando che le vetture che usciranno da Grugliasco “sono cruciali per riposizionare il marchio e avviare una fase di espansione senza precedenti”.
DEDICA A GIOVANNI AGNELLI. A sottolineare l’importanza di questa data la presenza di John Elkann (presidente Fiat) e Luca Cordero di Montezemolo (presidente Ferrari) nello stabilimento di Grugliasco, che da oggi si chiamerà Avvocato Giovanni Agnelli Plant. La nuova Quattroporte, ha sottolineato Elkann, “avrà un ruolo centrale nei programmi di Maserati nei prossimi anni. Si tratta – ha aggiunto – del più ambizioso piano di sviluppo mai concepito nella storia della Maserati. Oltre allo storico stabilimento di Modena, dove rimangono le radici della Casa, si è aggiunta questa nuova sede”. Con l’entrata in produzione della Maserati Ghibli – prevista nel corso dell’anno – lo stabilimento assicurerà il pieno impiego di tutti i lavoratori (al momento 500).
DIFFICILE RESTARE IN ITALIA. L’inaugurazione del rinnovato stabilimento di Grugliasco è stata anche l’occasione per fare il punto sulla difficile situazione del mercato automobilistico. “Sono passati 10 anni da quando mio nonno (Giovanni Agnelli, ndr) non c’è più e da allora l’impegno per l’Italia e per Torino non è mai venuto meno – ha ricordato John Elkann – per volere della mia famiglia e di Sergio Marchionne, nonostante le difficoltà di mercato, abbiamo fatto scelte difficili, per poter continuare a produrre in Italia”. La sovraccapacità produttiva, ha aggiunto Marchionne, è un “problema cronico” di cui soffrono tutti i produttori di massa in Europa, “ma Fiat non intende piegarsi alla crisi di mercato, non intendiamo rassegnarci a perdere soldi in Europa. Siamo determinati a usare i nostri stabilimenti italiani come base di produzione per veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo – ha aggiunto – Non dico che sia una strategia facile, io stesso l’ho definito un piano ‘non per i deboli di cuore’ ma nella vita, come nel business, si impara che nei momenti difficili bisogna fare scelte coraggiose”.
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