Dalla Ferrari alla Jeep, queste settimane per Sergio Marchionne vengono vissute a tutto gas. Dopo aver sancito l’addio di Luca Cordero di Montezemolo, l’a.d. di Fiat inaugura la nuova Jeep Renegade, il Suv prodotto nello stabilimento di Melfi: «Un esempio di come ormai Fiat e Chrysler siano due realtà completamente unite, è stata progettata da team congiunti fra Detroit e Torino». Ma anche un altro tassello verso la quotazione a Wall Street.
A chi gli chiede se non ricopra troppi incarichi o se si prepari anche a diventare numero 1 della Juventus, il manager risponde con un sorriso: «No, pur essendo juventino». Ma fa una promessa sportiva: «Ho preso l’impegno di fare tornare la Ferrari ai vertici. Capisco la delusione dei tifosi per le cattive perfomance. Da italiano e ferrarista vedere certe cose in pista mi ha dato fastidio. Sono stato molto vicino alla Ferrari negli ultimi dieci anni e ho condiviso con Luca tutto lo sviluppo dell’azienda: non c’era nessun altro per sostituirlo»
Anche perché c’è un’altra sfida importante da combattere, quella per il mercato europeo: «La capacità di ripianare le perdite dipende dal quanto velocemente riusciremo a rilanciare l’Alfa Romeo, il mercato europeo non è un gran mercato». chiosa Marchionne.
Poi spazio alla questione più calda, quella del possibile aumento di capitale: «Se riusciamo a portare avanti i progetti, l’azienda tecnicamente non ha bisogno di capitali. Le cose stanno andando nella direzione giusta, i tassi d’interesse scendono, la capacità di finanziare con la credibilità di ciò che abbiamo fatto c’è»
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