Un incasso di circa 3,315 miliardi di euro, ben 915 milioni in più rispetto alle previsioni dello scorso dicembre. Guadagno superiore al previsto per le casse dello Stato italiano grazie ai dividendi delle decine di aziende di cui il Ministero delle Economia e delle Finanze (Mef) e la controllata Cassa depositi e prestiti (Cdp) sono azionisti.
I numeri, come riportato dal quotidiano la Repubblica, emergono dalla discussione sull’assestamento del bilancio statale, che si è svolta nella giornata di lunedì 22 luglio alla Camera dei deputati. In particolare, i bilanci annuali superiori alle attese e la conseguente proposta di dividendi agli azionisti da parte dei Cda delle aziende hanno portato nelle casse del Mef circa 1,6 miliardi di euro; 1,3 miliardi arrivano dalle partecipazioni detenute da Cdp, mentre oltre 400 milioni sono la ‘dote’ delle non quotate come, ad esempio, il Poligrafico che stacca 130 milioni di euro di cedola.
Un’analisi del Comar, citata da Repubblica, ha calcolato in 70 miliardi di euro la capitalizzazione delle 13 partecipate quotate pubbliche a fine giugno, in rialzo del 4,79% da inizio anno (meno dell’indice di Borsa, che guadagna oltre il doppio) e per 50 miliardi composte dai pacchetti di Enel, Eni, Poste e Stm.
Il quotidiano ipotizza che la liquidità aggiuntiva sarà utilizzata per la manovra autunnale in occasione della quale l’attuale esecutivo sarà chiamato a tagliare la spesa per trovare un equilibrio di bilancio con il piano di rientro disposto insieme alla Commissione europea. Serviranno, secondo le prime stime, circa 30 miliardi per far quadrare i conti pubblici, di cui solo 20 per rifinanziare il taglio delle tasse.
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