Mercato immobiliare sotto i livelli del 1985

Prosegue la contrazione del settore, nonostante l’aumento del 20% di mutui nei primi mesi del 2014. Nel 2013, persi 8 miliardi di euro in fatturato

Negli ultimi trent’anni, il mercato immobiliare non è mai andato così male, con volumi di affari inferiori a quelli del 1985. Stando infatti all’annuale rapporto elaborato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate e dall’Abi, nel 2013 le compravendite si sono attestate sulle 406.928 unità, contro le 448.364 del 2012 e le 430 mila registrate, appunto, nel 1985. A soffrire di più sono soprattutto le zone del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%). In particolare, nelle grandi città le compravendite sono scese complessivamente del – 5,5%. Fanno eccezione solo Milano, a +3,4%, e Bologna a +1,5%. Le maggiori difficoltà si riscontrano soprattutto nella vendita dei monolocali (-10,5%) e delle piccole abitazioni (-9%). Dal punto di vista del fatturato, si passa dai 75,7 miliardi del 2012 ai 67,5 miliardi del 2013, per una perdita di circa 8 miliardi di euro.Quanto al 2014, “i dati dei primi mesi mostrano segnali postivi anche se prosegue la riduzione delle compravendite”, spiega il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. Il riferimento è all’aumento dei mutui, pari al +20%. “L’indice di accessibilità delle famiglie all’acquisto di abitazioni dà segnali di miglioramento che disegnano uno scenario di moderato ottimismo. Bisogna lavorare su questi segnali di ripresa che riguardano il credito, i mutui e le sofferenze bancarie”, conclude Sabatini.

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