Milleproroghe intasato, si contano circa 1.800 emendamenti

Tanti ne hanno contati gli uffici delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama. Motivo? Con la crisi politica in atto la legge è, insieme al Federalismo, l’unico veicolo legislativo che circola attualmente in Parlamento…

La media è di circa 6 emendamenti per senatore: sul decreto milleproroghe si sta riversando una cascata di emendamenti. Gli uffici delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama – che stanno mettendo ordine tra le proposte di modifica – ne hanno contati circa 1.800. Un numero che non si vedeva dai tempi delle vecchie Finanziarie. Ma non poteva essere altrimenti considerata l’aria che tira in Parlamento. Questo del mille proroghe, infatti, è l’unico veicolo legislativo (oltre alla delega sul Federalismo) che circola attualmente in Aula, l’unico sul quale far ‘imbarcare’ le proposte. Nelle due commissioni che saranno impegnate da questo pomeriggio, non si prevedono tempi brevi: dopo la nascita del Terzo Polo si registra una sostanziale parità tra maggioranza e opposizione: 13 a 13. L’equilibrio è precario e i tempi sono stretti: il decreto decade infatti a fine febbraio. Per questo le modifiche più importanti, forse le uniche possibili, dovrebbero essere apportate proprio durante l’esame del Senato lasciando alla Camera solo un ruolo di ratifica.

All’interno dei 1.800 emendamentiSono molti, oltre a quelli già noti come il 5X1000 o l’editoria, gli argomenti su cui si intende intervenire. A partire dalla delega sul Federalismo. Il presidente della Commissione Finanze del Senato, Mario Baldassarri (Fli), ha infatti annunciato di aver depositato una proposta che allunga fino a fine anno il tempo di esame del testo. E altre proposte tenderebbero a chiedere una proroga ancora più ampia rispetto all’attuale scadenza (il 21 maggio prossimo). Ma – come ha spiegato lo stesso Baldassarri – la Lega si starebbe orientando su una proroga più breve di 3 mesi e su questo si potrebbe arrivare ad un’intesa.Arriva inoltre il già annunciato emendamento del Pd sulle Popolari: si prevede l’innalzamento al 5% del tetto al possesso azionario delle fondazioni nel capitale delle banche popolari. Tra le altre proposte – riferisce il relatore per la Affari Costituzionali – Lucio Malan (Pdl), anche alcune dello stesso relatore che puntano a incrementare le risorse per Pompei. Una proposta – aggiunge – “concordata con il ministero dei Beni culturali per incrementare il personale e le risorse per la salvaguardia del sito archeologico”.

I tempiMalan spiega che “verosimilmente le votazioni inizieranno la settimana prossima”. Nessun emendamento invece arriva ancora dall’altro relatore, Gilberto Pichetto Frantin (Pdl), che però annuncia potrebbe presentarne successivamente.

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