Nessuna crisi per il mercato della contraffazione

Le stime indicano in 1.700 miliardi di dollari il giro d’affari entro il 2015. In Italia quattro imprese su cinque si ritengono danneggiate dall’azione dell’illegalità e dai meccanismi commerciali irregolari

Altro che crisi. C’è un mercato che cresce e (ahinoi) crescerà anche nel futuro. È il mercato della contraffazione che, secondo una stima dell’International Chambre of commerce (e approfondita dall’indagine Favini), continua a crescere a livello mondiale e nel 2015 raggiungerà i 1.700 miliardi di dollari. Tre le tipologie di danno da contraffazione; il primo è economico le cui conseguenze si riflettono su una riduzione di fatturato; il secondo di immagine, si rispecchia sulla qualità del prodotto falsato che viene confusa con quella dell’originale e, infine, interviene il danno da concorrenza sleale che si basa su un investimento, con costi minori, per la ricerca, lo sviluppo e la produzione. Problematiche che sentono come proprie anche le aziende italiane. Secondo la ricerca di Confcommercio-Format Ricerche, infatti in Italia quattro imprese su cinque (l’82,4%) si ritengono danneggiate dall’azione dell’illegalità e dai meccanismi commerciali irregolari. E la situazione non pare migliorare, dato che oltre un terzo delle imprese segnala l’acuirsi dei fenomeni illegali rispetto a tre anni fa. I settori merceologici più colpiti sono Abbigliamento, Accessori e Calzature, Orologi e Gioielli, Giocattoli, Profumi e Cosmetici, Apparecchiature Elettriche e Informatiche, Utensileria e Cartotecnica.

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