Nuova norma su fringe benefit: 4 società su 10 non rinnovano il parco auto

Nuova legge su fringe benefit: 4 società su 10 non rinnovano il parco auto© Shutterstock

L’approvazione, da parte della commissione Attività produttive della Camera, dell’emendamento sulla clausola di salvaguardia – che esclude diesel, benzina e full-hybrid ordinate nel 2024 dalla penalizzazione fiscale prevista dalla nuova norma sul fringe benefit delle auto aziendali – è una buona notizia per aziende e dipendenti, ma comunque non incentiva a rinnovare il parco macchine.

La nuova tassazione penalizza l’uso di vetture termiche con un coefficiente del 50%, mentre favorisce quelle elettriche e plug-in con coefficienti rispettivamente del 10 e del 20%. Queste caratteristiche stanno frenando quattro società su 10,  che non ritengono vantaggioso acquistare modelli nuovi. Inoltre, avranno ripercussioni sui prezzi dei canoni di noleggio e sull’adozione delle vetture full-hybrid, che rappresenterebbero, invece, la via più concreta e diretta alla decarbonizzazione.

I dati dello studio

Su un campione di 98 fleet e mobility manager che gestiscono complessivamente circa 83 mila veicoli, emerge anche come la nuova norma sul fringe benefit abbia spinto l’11% a una rinegoziazione con la società di noleggio per cambiare l’auto o la motorizzazione contrattualizzata per sceglierne una più conveniente.

Sei fleet manager su 10 vogliono cambiare la propria car list e car policy nei prossimi mesi, due su 10 la lasceranno inalterata e uno su 10 è pronto al bando delle auto termiche. Si tratta di un cambio di rotta che, per il 25% dei fleet e mobility manager porterà a un forte incremento dei costi dei canoni di noleggio, per il 23% a una crescita delle lamentele dei driver e per il 20% a un aumento dei costi di ricarica.

Soltanto l’8% del campione ritiene che questa scelta da parte del Governo darà una forte spinta all’elettrificazione delle flotte. Anche perché verranno penalizzate anche le full-hybrid – che hanno lo stesso coefficiente fiscale delle auto a benzina o diesel – pur rappresentando la risposta al cambio di rotta in termini di inquinamento. Ecco perché un fleet manager su tre vuole escludere le full-hybrid dai nuovi parchi, mentre il 22% del campione intervistato allungherà i contratti in essere finché sarà possibile per sfuggire agli effetti delle norme e il 22% le manterrà comunque in flotta.

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