In Francia potrebbe essere finita l’era dei tagli fiscali per aziende e persone benestanti. La strategia adottata negli ultimi sette anni dal presidente Emmanuel Macron per rilanciare l’economia transalpina potrebbe presto essere rivista. Di fronte a un peggioramento delle finanze del Paese, il primo ministro Michel Barnier ha aperto alla possibilità di aumentare le tasse per ricchi e imprese con l’obiettivo di ridurre il crescente deficit e rassicurare gli investitori internazionali.
La crisi finanziaria della Francia
La Francia, seconda economia europea, sta affrontando un aumento dei costi di indebitamento che, secondo quanto evidenziato dal New York Times, sono arrivati ai livelli più alti dalla crisi del 2008. Il governo si trova a gestire un debito pubblico e un deficit tra i più alti d’Europa. Per questo, Barnier ha dichiarato che sarà necessario rivedere alcune delle politiche fiscali simbolo della presidenza Macron, nonostante il recente impegno del presidente a non aumentare le tasse.
Durante il suo mandato, Macron ha ridotto le tasse sulle imprese, abbassando l’aliquota dell’imposta sulle società dal 33% al 25% e introducendo una flat tax del 30% sui redditi da capitale. Queste misure erano pensate per attrarre investimenti e creare occupazione, ma sono state criticate per aver aumentato le disuguaglianze e ridotto le entrate fiscali dello Stato. Il governo ora deve trovare 110 miliardi di euro per riportare il debito sotto controllo, un’impresa che richiederà anche tagli alla spesa pubblica.
Il ministero delle Finanze francese prevede un deficit del 6% del Pil per il 2024, con un debito pubblico pari al 110% del Pil. Barnier dovrà presentare un piano economico all’Unione Europea entro pochi giorni, per dimostrare come la Francia intenda risanare le proprie finanze e rispettare le regole fiscali europee.
Possibili nuove tasse in Francia per le imprese
Tra le opzioni sul tavolo vi è un aumento della flat tax fino al 35%, che potrebbe generare 300 milioni di euro di entrate aggiuntive. Si sta anche considerando l’introduzione di una tassa temporanea sui “superprofitti” delle grandi aziende, in particolare quelle che hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi durante la pandemia. Il ripristino della tassa sul patrimonio, che Macron aveva eliminato, potrebbe fruttare tra 10 e 15 miliardi di euro l’anno.
Patrick Martin, presidente di Medef, la principale organizzazione degli imprenditori francesi, ha dichiarato la disponibilità a discutere di un aumento delle imposte sulle imprese, purché il governo riduca significativamente la spesa pubblica e non penalizzi investimenti e occupazione. Anche alcune grandi aziende, come il colosso della logistica Cma Cgm, si sono dichiarate pronte a contribuire con un pagamento straordinario.
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