L’Italia avrebbe chiesto una proroga di 30 giorni, motivata dal cambio di governo, ma l’Europa è stata inflessibile: entro il 10 marzo (pena una procedura di infrazione) lo Stato italiano dovrà giustificare alla Commissione Ue i 70-80 miliardi di euro di debiti pregressi mai pagati alle imprese. Le motivazioni arriveranno e, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il governo spiegherà agli organi europei che ridurrà i termini di pagamento grazie all’adozione della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni centrali, e dal giugno 2015 anche per le altre. Inoltre, sta lavorando perché venga rispettato l’obbligo di registrare le fatture, evitando così il fenomeno di quelle non emerse. “Ma l’Italia resta il peggior Paese pagatore d’Europa”, ricorda il commissario europeo Antonio Tajani, “contro i pagamenti al massimo in 30 giorni previsti dall’Ue, da noi la pubblica amministrazione arriva anche a 1.300 giorni. In più c’è il peso delle tasse. E tutto questo significa uccidere le imprese”.
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