Paniere 2025: l’Istat inserisce short, topper per materasso e cono gelato

Il "nuovo" paniere include i prodotti rappresentativi per calcolare l'inflazione. Basato su consumi aggiornati, utilizza dati da GDO, web scraping e rilevazioni comunali su prezzi e affitti

L'Istat ha tratteggiato il paniere 2025: quali sono i prodotti aggiunti (e quali vanno via)© Shutterstock

1.923 prodotti elementari raggruppati in 1.046 prodotti e in 424 aggregati: l’Istat ha tratteggiato il paniere 2025, elenco di prodotti di riferimento per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo. Ogni anno, l’Istituto Nazionale di Statistica rivede e aggiorna il paniere, cercando di migliorare la rappresentatività dei consumi delle famiglie italiane.

Di fatto, il paniere è uno strumento fondamentale per misurare l’inflazione, e anche quest’anno l’Istat ha condotto un’indagine approfondita attraverso l’analisi dei cambiamenti nei prezzi di una vasta gamma di beni e servizi: il processo di aggiornamento tiene conto delle evoluzioni nelle abitudini di acquisto delle famiglie, delle nuove normative e delle tendenze economiche, con l’obiettivo di fornire un quadro preciso e puntuale delle spese che gli italiani affrontano ogni giorno.

Tornando al paniere 2025, l’Istat ha introdotto nuove categorie di prodotti, per rispecchiare al meglio le preferenze e i comportamenti di consumo più recenti. Tra le novità si trovano lo speck, gli short (pantalone corto da donna), la lampada da soffitto, il topper per materasso, la camera d’aria per bicicletta, le spazzole tergicristalli e il cono gelato.

Come dicevamo, i prodotti in questione sono stati selezionati per migliorare la rappresentatività del paniere: è un modo per tenere conto delle nuove mode, dei cambiamenti nei settori di consumo e delle esigenze quotidiane delle famiglie. Le modifiche al paniere non si limitano alle aggiunte: sono stati infatti eliminati alcuni beni, come i test sierologici anticorpi e i tamponi molecolari per il Covid-19, il cui consumo è notevolmente diminuito dopo la fine dell’emergenza sanitaria.

Ma c’è di più. Anno dopo anno a mutare sono anche i pesi delle diverse categorie di spesa. L’Istat, infatti, rivede l’impatto dei vari settori di consumo e nel 2025, per esempio, è stato incrementato il peso di categorie come abitazione, acqua, elettricità e combustibili, a fronte dell’aumento dei costi energetici e dei cambiamenti nel mercato dell’energia. Al contrario, si è assistito a una riduzione del peso di voci come ricreazione, spettacoli e cultura, una categoria che ha visto una contrazione nei consumi a causa delle difficoltà economiche e delle modifiche nelle abitudini sociali, in parte provocate dalla pandemia e dalle successive restrizioni.

Oltre alle modifiche nel paniere stesso, l’Istat ha ampliato la base di raccolta dei dati utilizzati per calcolare l’indice dei prezzi al consumo: ha raccolto infatti, oltre 33 milioni di quotazioni di prezzo provenienti dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), con un campione di circa 4.250 punti vendita, rappresentativi dell’intero territorio nazionale.

A queste si aggiungono le rilevazioni effettuate dagli Uffici comunali di statistica, che coprono oltre 80 comuni italiani e rappresentano circa l’84% della popolazione residente. Inoltre, sono stati introdotti metodi innovativi come il web scraping, per raccogliere dati direttamente da piattaforme online, e l’acquisizione di informazioni da fornitori di dati esterni.

Sulla carta questo approccio, che unisce metodi tradizionali e tecnologie moderne, ha permesso di migliorare la precisione e l’efficacia nella misurazione dell’inflazione. Eppure non sono mancate le critiche da parte di alcune associazioni dei consumatori, che hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla rappresentatività del paniere.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha espresso insoddisfazione per l’esclusione di prodotti scolastici fondamentali, come zaini, astucci e quaderni, che incidono direttamente sul bilancio delle famiglie. Inoltre, l’associazione ha evidenziato che la riduzione del peso dei beni alimentari, purtroppo, non tiene conto dell’aumento dei prezzi di pasta, caffè e altri prodotti di largo consumo, che continuano a gravare pesantemente sulle famiglie italiane.

Anche il Codacons ha criticato l’aggiornamento, additando la scelta di ridurre il peso degli alimentari, nonostante l’inflazione in questo settore continui a crescere. Secondo l’associazione questa modifica potrebbe far sembrare che l’inflazione sia inferiore rispetto alla realtà vissuta quotidianamente dalle famiglie, che sperimentano rincari significativi sui beni di consumo di base. Il Codacons ha anche fatto notare che l’ingresso di nuovi prodotti, come il topper per materassi o i pantaloni corti da donna, potrebbe non riflettere le reali necessità economiche delle famiglie, in particolare di quelle a basso reddito.

Inoltre, la Uilp, che rappresenta i pensionati, ha sottolineato come il paniere non rispecchi adeguatamente i bisogni degli anziani. L’associazione ha criticato l’introduzione di articoli come il cono gelato, ritenuti poco rilevanti per una fascia di popolazione che, al contrario, necessita di beni più specifici per il proprio benessere quotidiano.

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