Piano di riarmo Ue, a Bruxelles si vota sul RearmEu: le posizioni dell’Italia 

Piano di riarmo Ue, a Bruxelles si vota sul RearmEu: le posizioni dell’Italia© Shutterstock

Il piano di riarmo Ue è fra le priorità comunitarie, quello che è stato ribattezzato da Ursula von der Leyen – che lo ha proposto – RearmEu. Si tratta di un sostegno finanziario da 800 miliardi di euro che non vede tutti d’accordo. Ecco allora che le delegazioni italiane a Strasburgo cominciano a prendere posizione in vista del voto.

Chi è contrario al RearmEu

Tra i contrari c’è Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che dice “basta soldi alle armi” alla presidente della Commissione europea, avvertendola che continueranno a  “fare una forte opposizione, saremo più forti di te”. Fra i sorrisi di entrambi, la replica di Ursula von del Leyen è stata: “Lo vedremo”. Anche gli eurodeputati di Alleanza Verdi Sinistra, composta da Europa Verde e Sinistra Italiana, sono propensi a dire no.

Anche tra le file della maggioranza c’è chi non è d’accordo. La Lega di Matteo Salvini pensa alle generazioni future e chiede se questa sia “la via maestra per sostenere e lasciare i nostri figli in un continente in pace”.

I partiti italiani favorevoli al piano di riarmo Ue

Favorevoli al riarmo Ue, ribattezzato RearmEu, sono invece gli eurodeputati di Forza Italia, in linea con il loro gruppo, il Ppe. Nonostante abbiano ancora qualche dubbio, sono propensi a dire sì al piano finanziario proposto da Ursula von der Leyen. Tuttavia, per loro è di fondamentale importanza cambiarne il nome, cambiarlo in Defend Europe, come suggerito da Giorgia Meloni che vuole lanciare un messaggio distensivo e non offensivo, sottolineando come si tratti di un intervento mirato a prepararsi nel caso in cui fosse necessario difendersi.

Il Pd è diviso sulla proposta Ue

Fra gli esponenti del Pd si rischia la frattura. Elly Schlein si è detta contraria al progetto RearmUe. Vuole puntare a una difesa comunitaria, piuttosto che al riarmo dei singoli Stati membri.

Tuttavia, l’ala riformista del Partito democratico – con Paolo Gentiloni, Romano Prodi ed Enrico Letta – è in linea con il Rearm Europe. Lo hanno definito un “primo passo” che va in ogni caso sostenuto, insieme alla stragrande maggioranza del Partito socialista europeo. Intanto, il capodelegazione, Nicola Zingaretti, cerca di mediare per evitare la spaccatura. In questo modo si potrebbe percorrere la via dell’astensione.

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