Pinko ha dato il via a una nuova governance, lo fa con un nuovo amministratore delegato e un board che ha chiari gli obiettivi per il futuro. Laura Manelli – una figura che ha già una comprovata esperienza in realtà come Armani, Versace, Fendi e Sergio Rossi – sarà l’a.d. del gruppo emiliano. Il nuovo Cda sarà composto da Pietro Negra nel ruolo di presidente, Manelli in quello di Ceo e da Flavio Sciuccati, Alberto Colombo e Andrea Orlandi. L’obiettivo è puntare alla crescita e all’innovazione.
Laura Manelli viene dall’esperienza in Aemme Capital Srl, una società di consulting di natura strategica nel mondo del fashion & luxury. Flavio Sciuccati e Alberto Colombo ricopriranno il ruolo di amministratori indipendenti, senza rapporti diretti con la società e il suo gruppo e mantenendo ben saldi due punti essenziali: responsabilità e trasparenza.
“In momenti di svolta, orientati come siamo a crescita e innovazione, è fondamentale che tutti i comportamenti, sia della proprietà sia degli stakeholder, siano orientati verso la continuità dell’azienda, mettendo al primo posto l’interesse della comunità – ha dichiarato Pietro Negra – La trasparenza nella gestione e la comunicazione continua sono essenziali per ottenere la fiducia degli stakeholder e superare qualsiasi scetticismo, anche in ambito finanziario e nella relazione con i fornitori”.
Gli obiettivi di Pinko per il rilancio
Pinko punta a progetti che riguardano la supply chain e vuole sfruttare l’intelligenza artificiale per guardare al futuro con uno sguardo innovativo e lungimirante. Nonostante tradizione ed estetica del brand rimangano immutate, si intende ripartire dalla Cina: un mercato in cui la moda, nell’ultimo anno, ha avuto qualche difficoltà (eccezion fatta per Prada, che ha approvato dei bilanci davvero incoraggianti).
“Nei giorni scorsi abbiamo stretto un accordo di collaborazione strategica con Lima commercial management, una società di Shanghai che grazie alla sua profonda conoscenza del mercato e dei consumatori locali andrà a correggere i precedenti errori strategici, rafforzando la nostra presenza e accrescendo la competitività del brand con iniziative più mirate e in linea con le tendenze di consumo”, ha spiegato Pietro Negra.
In una fase iniziale si vuole puntare a 30 negozi sul territorio asiatico, con una offerta e uno store concept completamente rivisitati. In un secondo momento, si penserà a raggiungere quota 100 e ad affermarsi ulteriormente.
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