Poste Italiane potrebbe rinunciare al servizio di consegna lettere e raccomandate

L'ammissione dell'amministratore delegato Matteo Del Fante in audizione alla Camera dei deputati: con il digitale, troppo poco remunerativo il servizio universale tradizionale

Poste Italiane potrebbe rinunciare al servizio di consegna lettere e raccomandateMatteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane

Non accadrà a breve, ma non si esclude che il servizio di consegna di lettere e raccomandate possa non essere più gestito da Poste Italiane. Nel corso di un’audizione alla Camera dei deputati, l’amministratore delegato dell’azienda, Matteo Del Fante, ha prospettato questo cambio epocale, spiegando che il Gruppo è pronto a rinunciare al cosiddetto servizio universale, che consiste nella gestione dell’invio, della ricezione e distribuzione di lettere, bollettini, raccomandate, cartoline e piccoli pacchetti; comunicazioni che viaggiano tra paesi, borghi, province e regioni.

Dopo una proroga di 16 mesi, nel 2026 scadrà la concessione del contratto di programma per il servizio universale che Poste Italiane ha stipulato con lo Stato. A oggi, l’interesse a rinnovare questo contratto non c’è. “Siamo strutturalmente sotto compensati da 10 anni per i servizi che facciamo: l’azienda ha una percentuale ormai ampiamente inferiore al 10% di attività negli uffici dovuti al servizio universale, ormai stiamo andando verso il 5%”.

La motivazione dietro questo possibile “addio” è piuttosto semplice: con l’avvento e il consolidamento dei sistemi digitali, il vecchio servizio postale non è più remunerativo. “Concordiamo che la presenza di Poste sul territorio è importante, ma che la corrispondenza è quasi estinta, così come il bollettino”, ha dichiarato Del Fante. “Non possiamo permetterci 6 miliardi di costo del lavoro”. Sullo sfondo c’è una modernizzazione complessiva del servizio postale, con l’introduzione di nuove tecnologie e l’ottimizzazione dei processi per rispondere meglio alle esigenze del mercato.

Di fronte a questo orizzonte, i sindacati hanno espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni sul lavoro, chiedendo garanzie per i dipendenti e i postini. Le associazioni dei consumatori, da parte loro, hanno accolto con favore l’accento posto sulla trasparenza e sull’accessibilità, ma hanno anche richiesto che la qualità del servizio non venga compromessa.

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