Robot, crolla la domanda in Italia: burocrazia e ritardi frenano gli investimenti

Robot, crolla la domanda in Italia: burocrazia e ritardi frenano gli investimentiCourtesy of Ucimu

La domanda di macchine utensili, robot e automazione in Italia nel 2024 è scesa del 25,9%. Sul settore si fa sentire la mancanza degli incentivi del progetto Transizione 5.0, attivo da agosto ma lento a partire a tutti gli effetti. In queste settimane sono arrivate richieste da azienda solo per 70 milioni, 45 dei quali erano già autorizzati, su ben 6,3 miliardi di sgravi accessibili fino a dicembre 2025. Gli ultimi dati di Ucimu, l’associazione che rappresenta i costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie, rivedono nettamente al ribasso le stime di pochi mesi fa.

Il crollo interessa sia i costruttori nazionali, con un -19,5% nelle consegne sul mercato interno, sia gli importatori, per i quali le richieste da parte delle imprese italiane caleranno addirittura del 34,8%. Secondo Riccardo Rosa, presidente dell’associazione di categoria Ucimu-Sistemi per produrre, questi ridimensionamenti sono comprensibili sulla scia del boom del 2020 e 2021, quando si sono raggiunti giri d’affari di oltre 6 miliardi.

Come riporta dal Sole 24 Ore, secondo Rosa pesano i ritardi del già citato progetto Transizione 5.0: “I proclami iniziali sui crediti di imposta sono diventati operativi solo otto mesi dopo e in questo periodo i clienti sono rimasti fermi, in attesa di capire come intercettare i nuovi bonus”.

“Fatti due conti”, ha continuato Rosa, “e considerando i mesi di lavoro che servono per tradurre una commessa in un macchinario finito e consegnato, credo che noi costruttori avremo tempo fino a marzo-aprile: poi, ordini di questo tipo saranno difficilmente realizzabili nei tempi richiesti”. Nonostante l’aumento del 4% nelle esportazioni, il settore sembra destinato dunque a chiudere in passivo l’anno in corso, con un calo della produzione stimato in mezzo miliardo di euro, il 6,2% in meno rispetto ai massimi storici del 2023. Per il 2025, però, si prevede un rialzo del 17,5% nella produzione italiana.

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