Tocca i 21 miliardi di euro il mercato dell’usato in Italia, che continua a crescere anche grazie al forte traino rappresentato dalla compravendita online (+72% dal 2014), che da sola pesa per 9,3 miliardi e che, in media, assicura a chi vende incassi pari a 1.030 euro l’anno (+22% rispetto al 2016). A svelarlo è la quarta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da Doxa per il portale Subito da cui emerge che il valore dell’economia dell’usato rappresenta ormai l’1,2% del pil italiano.
Percorrendo la Penisola l’Osservatorio Second Hand Economy svela che ci sono alcune regioni più attive dove fare second hand è all’ordine del giorno come in Lombardia, prima regione assoluta con 3,4 miliardi di euro di valore generato, seguita dalla Toscana (2,8 miliardi), dall’Emilia Romagna (2,3 miliardi) e dalla Sicilia, prima regione del Sud (1,5 miliardi). Il podio cambia se consideriamo il guadagno medio pro capite per i venditori: prima la Toscana con 1.802 euro, seconda la Lombardia con 1.289 euro, terza la Sicilia con 1.090 euro.
Il 48% degli italiani dichiara di avere comprato o venduto usato nel 2017. Per questa metà della popolazione, l’aspetto valoriale gioca un ruolo centrale nella decisione di compravendere beni usati, dimostrando che il consumatore oggi vuole fare scelte consapevoli e coerenti con i principi che guidano il proprio stile di vita. In questo contesto, indubbiamente la capacità di poter acquistare facendo un buon affare in termini economici, garantendo un risparmio rilevante, è la prima motivazione per il 70%, affiancata dalla scelta distintiva di trovare pezzi unici, d’antiquariato o non più in commercio (35%) che permettono di rendere unico il quotidiano, e seguita dall’opportunità di conquistare l’oggetto dei desideri perfetto per le proprie necessità e passioni (10%). Entrando nel merito delle ragioni che spingono la vendita, il primo driver è la voglia di leggerezza e decluttering per liberarsi del superfluo (55%), seguito dalla possibilità di comprare altri oggetti nuovi o usati (21%) e da quella di guadagnare per il 19%.
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