Sette anni, tanti ne sono passati dal fallimento di Lehman Brothers e ora Eurostat fa i conti in tasca all’economia italiana. Dai dati europei analizzati da Repubblica, emerge subito un dato negativo: a perdere patrimonio in questi anni sono state soprattutto le imprese.
Il patrimonio finanziario delle aziende era pari a 1.700 miliardi nel 2008, oggi si è ridotto a 1.541 con una perdita di circa il 10% in linea con il ritmo dell’economia italiana.
Normale in tempi di crisi? Sì, ma eccezionale se si guarda all’estero: in Spagna le aziende vantano 2.100 miliardi, per non parlare di Francia e Germania.
L’anomalia italiana emerge ancor di più confrontando questi dati con quelle delle banche e delle famiglie. I privati hanno perso sì qualcosa, ma il risparmio ha tenuto sostanzialmente in questi anni: 3.717 miliardi, appena 54 in meno di sette anni fa.
Cioè circa mille euro in meno a italiano per ogni anno dal 2008 al 2013: una perdita limitata anche grazie al taglio dell’Imu e dell’imposta sui redditi medio-bassi.
Qui il Belpaese comanda la classifica con 61 mila euro “da parte” per ogni cittadino, contro i 57 mila dei tedeschi e i 37 mila degli spagnoli.
La crisi ha fatto invece paradossalmente la crisi delle banche grazie alle iniezioni di liquidità della Bce: gli istituti di credito possono contare su un tesoretto di 6 mila miliardi, nel 2008 erano 4.760.
Soldi in banca o nelle banche, così il sistema farà fatica a uscire dalla recessione.
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