Non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche da quello economico: negli ultimi 10 anni il mercato della telefonia ha subito dei mutamenti profondi, a tratti radicali, che hanno cambiato drasticamente le abitudini degli italiani. Consumi e spese si sono modificati in maniera sensibile, come dimostra uno studio condotto da Assium, associazione degli utility manager.
Per realizzare la sua indagine sul settore, Assium ha rielaborato i dati ufficiali dell’Agcom. Il più rilevante? Quello che attesta che la spesa complessiva è diminuita di ben 6 miliardi di euro nell’ultima decade passando dai 28,22 miliardi del 2013 ai 22,23 miliardi attuali (-21%).
L’analisi peraltro non coinvolge solo le ormai comuni reti di telefonia mobile, ma anche quelle fisse. E proprio in merito alla rete fissa, è interessante rilevare che la spesa è diminuita del 7%, con soli quattro operatori che coprono una quota dell’85%, a scapito della pluralità dei servizi e della corretta concorrenza.
Andando invece a osservare il mercato delle reti mobili la panoramica è meno rosea di quanto si possa immaginare: la spesa è diminuita del 33,7% passando da 14,99 a 9,93 miliardi e anche in questo senso concorrenza e pluralità non sono contemplate, perché i tre principali operatori detengono oltre l’82% del mercato.
Il mercato delle reti mobili è comunque senz’altro più adattabile e variegato di quello fisso: il numero di Sim attive che effettuano traffico dati è aumentato esponenzialmente passando da 33,6 milioni del 2013 a 57,6 milioni del 2023 e al contempo è a dir poco esploso il consumo di Gigabit in termini di traffico medio mensile: +2.370% in dieci anni, passando da 0,86 a 21,25 Gigabit/mese.
Ciò, come abbiamo già accennato, ha ovviamente cambiato e influito sulle abitudini quotidiane degli utenti: gli sms, per esempio, un tempo molto utilizzati, adesso sono passati in secondo piano a favore delle app di messaggistica istantanea, passando dai 77,78 miliardi nel 2013 a ai 4,10 miliardi odierni. A rimanere stabile è invece il consumo in volume di servizi voce: da 156,5 a 160 miliardi di minuti.
«In questo contesto – ha affermato il presidente Assium, Federico Bevilacqua – la figura dell’utility manager diventa fondamentale per orientare gli utenti verso le migliori offerte, sulla base delle esigenze e dei consumi del singolo, e per assistere i consumatori in tutte le fasi del rapporto con i gestori telefonici».
Sì, perché a netto di tutte le modifiche subite dal mercato in 10 anni, a rimanere (quasi) gli stessi sono i comportamenti scorretti più denunciati dagli utenti, come le modifiche unilaterali dei piani tariffari e delle condizioni contrattuali, la sospensione o disattivazione dei servizi senza preavviso, la mancata risposta ai reclami e la scarsa trasparenza e completezza delle informazioni pre-contrattuali e contrattuali.
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