Starbucks ha annunciato il taglio di 1.100 posti di lavoro nell’ambito di un piano di ristrutturazione mirato a semplificare la struttura operativa e migliorare la performance finanziaria. L’amministratore delegato Brian Niccol, insediatosi a settembre 2024 per affrontare la crisi della catena di caffetterie, ha assicurato che i dipendenti nei punti vendita non saranno coinvolti nei licenziamenti. Anzi, l’azienda continuerà ad assumere per posizioni ritenute strategiche nel nuovo assetto organizzativo.
Niccol ha spiegato che l’obiettivo è creare team più agili, ridurre la complessità e migliorare l’efficienza operativa. Starbucks, che conta 211 mila dipendenti negli Stati Uniti e 150 mila all’estero, ha chiuso il primo trimestre fiscale del 2025 con un calo delle vendite globali comparabili del 4%, dovuto a una riduzione del 6% nelle transazioni. Un dato in miglioramento rispetto al trimestre precedente, quando il calo era stato del 7%. Sotto la guida di Niccol, le azioni della società hanno recuperato il 22%.
Il ridimensionamento della forza lavoro segue un precedente taglio dell’8% dei dipendenti retail negli Stati Uniti annunciato nel novembre 2024. Il piano Back to Starbucks include anche una revisione dell’offerta: entro la fine dell’anno fiscale 2025, il menu sarà ridotto del 30%, eliminando bevande meno popolari come alcune varianti del Frappuccino, il Royal English Breakfast Latte e la White Hot Chocolate. L’azienda punta a un assortimento più snello per migliorare qualità, rapidità del servizio e coerenza con la sua identità di marchio.
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