Stellantis è in una fase di cambiamenti e sta valutando se razionalizzare o cedere alcuni brand storici che oggi fanno capo al gruppo automobilistico. In questo quadro, decisiva sarà la scelta del nuovo Ceo, che spetta al presidente John Elkann e che sostituirà Carlos Tavares. La casa automobilistica, quarta al mondo per vendite, rischia di dover fare delle scelte che potrebbero tradursi nella chiusura di uno o più marchi, anche Made in Italy.
“Un candidato che non ha un’idea chiara su quali marchi abbiano futuro non è quello giusto”, così ha detto John Elkann in relazione alla figura strategica che dovrà operare delle scelte importanti. Infatti, rispetto al suo predecessore Tavares – che parlava di una “era darwiniana”, in cui tutti i brand avevano motivo di esistere e che sarebbe stata una sorta di selezione naturale a determinarne la sopravvivenza – il crollo delle vendite e dei profitti, negli Usa soprattutto, ha fatto preoccupare qualche investitore. Negli obiettivi del gruppo c’è razionalizzare o rilanciare.
Stellantis, quali sono i brand a rischio
Negli Stati Uniti Stellantis ha visto alcuni brand storici in difficoltà, scendendo al quinto posto con una quota di mercato dell’8,1%. Jeep e Ram restano i marchi più redditizi, mentre Dodge e Chrysler hanno affrontato (e stanno continuando ad affrontare) un periodo duro. Fra le opzioni sul tavolo si trova quella di integrare Dodge in Ram e Chrysler in Jeep.
In Europa, invece, a fare da direttore dei lavori è il mercato delle auto elettriche, che deve ancora essere aggredito come si deve. In questo settore Peugeot e Opel, per esempio, sono in sovrapposizione, mentre Alfa Romeo, DS e Lancia lo sono nel segmento premium.
Secondo gli esperti, i marchi più a rischio di una possibile ristrutturazione sono proprio Alfa Romeo, DS e Lancia. Dodge e Chrysler, invece, a dispetto delle scarse performance, potrebbero sfruttare la riconoscibilità negli Stati Uniti e rimanere in ballo. È loro opinione che una riorganizzazione del portafoglio sia d’obbligo.
Alfa Romeo e Maserati sono sotto la guida di Santo Ficili, manager che ha annunciato di voler rilanciare le vendite di Alfa Romeo ben oltre le circa 60 mila unità sulle quali si è assestata nel 2024. Tuttavia, come si suol dire “tra dire e il fare c’è di mezzo il mare” e lo stabilimento di Cassino – dove vengono prodotte Alfa Romeo Giulia, Stelvio e Maserati Grecale – sarà fermo fino al 10 marzo 2025 per via del calo della domanda. Il marchio del Tridente, d’altra parte, sta vivendo una crisi che non può essere ignorata.
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