Stop alle assunzioni e tagli: nubi all’orizzonte per il settore tech

Google pone un freno ai reclutamenti, Facebook pure. Con loro, Amazon, Apple, Microsoft e Tesla tra le società che si preparano a fare i conti con un futuro incerto

Dopo un decennio di crescita e un periodo d’oro culminato con la pandemia – dove il digitale ha registrato una crescita senza precedenti – per le big tech Usa si stagliano nubi all’orizzonte. È quanto si fa capire in un articolo odierno de La Stampa a firma di Arcangelo Rociola, che riassume le mosse delle principali multinazionali americane di fronte a un quadro economico assai incerto, dove inflazione e tensioni politiche internazionali “minano alle basi uno dei capisaldi su cui si fonda il valore di queste società: la fiducia nel futuro”.

E così Google, attraverso un intervento di qualche giorno fa del suo a.d. Sundar Pichai, ha annunciato un freno alle assunzioni; Facebook ha fermato l’arrivo di nuovi ingegneri e profili tecnici; Amazon ha ridotto il reclutamento di nuovi talenti e Apple non rafforzerà più gli staff dei Genius Bar. Anche Microsoft si prepara a un periodo di “vacche magre” annunciando un taglio dell’1% della propria forza lavoro, circa 181 mila dipendenti. Altre le società quotate che hanno dovuto fare i conti con una riduzione dei costi: lo scorso mese Tesla ha annunciato un taglio del 10% della propria forza lavoro (mille persone su un totale di 10 mila); il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba la ridurrà del 15% (39 mila persone), complice anche la stretta di Pechino sul tech; mentre Netflix ha annunciato 150 licenziamenti in seguito a un rallentamento della crescita e un calo negli abbonati (200 mila in meno).

Si tratta di società verosimilmente in grado di resistere a questo periodo di incertezza, ma il mercato tecnologico è fatto di tantissime pmi e start up che hanno dovuto (o dovranno) adottare misure più drastiche. Il quotidiano fa l’esempio di Gorillas, start up di fattorini nata con la pandemia da Covid. La società aveva raccolto 1,3 miliardi di investimenti, raggiungendo 3 miliardi di valutazione. È di poche settimane l’annuncio di Gorillas, che ha deciso di lasciare il mercato italiano, lasciando a casa 540 dipendenti. “Che sia la fine di un’era o un momento in cui il mercato cercherà un aggiustamento è difficile dirlo”, si legge nell’articolo de La Stampa. “A farne le spese, per ora, sono risparmiatori e dipendenti”.

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