Il possibile, se non probabile, scorporo di Alfa Romeo, riorganizzazione dei marchi e nuovi prodotti nell’ottica di una maggior convivenza tra Fiat e Chrysler, oltre ai obiettivi di vendite globali superiori a quelli attuali. C’è molta carne al fuoco nell’atteso piano industriale di Fiat e Chrysler, che verrà presentato oggi da Sergio Marchionne a Detroit. All’appuntamento saranno presenti analisti e sindacalisti da tutto il mondo, incluse le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil, interessate – come migliaia di dipendenti – a conoscere le intenzioni sul futuro degli stabilimenti italiani. Oltre alla presentazione dei risultati trimestrali e all’annuncio della data dell’assemblea straordinaria, che sancirà la nascita ufficiale di Fiat Chrysler Automobilies, Marchionne dovrà illustrare le strategie di crescita per i prossimi cinque anni della nuova multinazionale.Il piano dovrebbe prevedere – secondo indiscrezioni riportate dall’Ansa – l’avvio della produzione di Jeep in Cina alla fine del 2015 e il raddoppio delle vendite globali di Jeep entro il 2018 a 1,5 milioni di unità all’anno, contro le 731.565 unità del 2013. Ma anche l’obiettivo di raddoppiare i margini in Nord America e lo sviluppo di nuove auto piccole e van in Europa. Per quanto riguarda l’Italia, Marchionne ha più volte assicurato che non ci saranno esuberi e che tutti i lavoratori interessati dalla cassa integrazione rientreranno in fabbrica, anche se ancora non ci sono indicazioni sullo stabilimento di Cassino e resta da chiarire Mirafiori, dove sarà prodotto il suv Maserati Levante ma non si sa quali altri modelli.
L’attenzione degli analisti è per le modalità di finanziamento della crescita. “Sarà finalmente un piano basato sui prodotti”, afferma Stefano Aversa, della società di consulenza AlixPartners. “Restiamo scettici e continuiamo a essere preoccupati per il continuo aumento del debito”, mette in evidenza Harald Hendrikse, analista di Nomura. “Uno degli obiettivi è iniziare a gettare le fondamenta per piani di lungo termine e far sapere che non si pensa solo a il trimestre successivo”, spiega Dave Sullivan, analista di AutoPacific Inc, precisando che il piano si concentrerà sull’ampliamento della presenza globale di Fiat e Chrysler e la riorganizzazione dei marchi. Fiat-Chrysler – mette in evidenza Richard Hilgert, analista di Morningstar – potrebbe investire più di 55 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, il 17% in più rispetto al 2009-2013. Ma ampliare il portafoglio prodotti e investire sarà – affermano gli analisti – una sfida dato l’elevato debito e, soprattutto, la mancanza di cash che è, invece, a disposizione di molte delle case automobilistiche rivali.
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