L’industria del nostro Paese chiude il 2023 con il settore energetico in testa, secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi di Mediobanca sulle principali aziende italiane. A sorpresa, il vertice della classifica per fatturato è passato da Enel a Eni, che ha raggiunto i 93,7 miliardi di euro, superando di poco l’ex leader del comparto elettrico. Insieme al Gestore dei Servizi Energetici (Gse), le due società costituiscono la punta di diamante di un settore che rappresenta, complessivamente, il 37% del fatturato delle 274 aziende italiane che superano il miliardo di euro.
Ma se il comparto energetico continua a dominare grazie a grandi gruppi a controllo pubblico, l’industria manifatturiera registra comunque una crescita costante. Stellantis, primo operatore del comparto industriale, si posiziona al quarto posto con un fatturato di 27,8 miliardi, mentre Prysmian e Leonardo, con 15,4 e 15,3 miliardi rispettivamente, confermano la centralità del settore dei trasporti e della produzione di materiali specializzati.
Crescono in classifica anche Telecom e Webuild, simboli di un rilancio italiano nei servizi e nelle costruzioni, nonostante un panorama competitivo e spesso difficile. Un segnale di forte vitalità viene poi dal cosiddetto “Quarto Capitalismo”, ovvero le imprese manifatturiere di fascia media, a controllo familiare. Il report individua 13 aziende particolarmente dinamiche, protagoniste di un aumento di fatturato superiore al 20% nel 2023, tra cui Dompé Holdings, il gruppo E80, specializzato in soluzioni intralogistiche, e Bsp Pharmaceuticals, attiva nella produzione di farmaci oncologici. Molte di queste aziende, con una quota di export aggregata al 75%, confermano la capacità del Made in Italy di farsi valere sui mercati internazionali grazie a qualità e innovazione.
L’industria alimentare rimane un pilastro per il nostro Paese: Parmalat, Lavazza e Barilla guidano un settore che rappresenta l’8,6% del fatturato totale delle aziende sopra il miliardo. La moda e il design, seppur frenati da un contesto globale difficile, vedono la crescita di brand iconici come Prada e Moncler, mentre l’industria metallurgica e dei macchinari continua a investire, come dimostrato dalla crescita di gruppi quali Nuovo Pignone e Danieli.
I campioni di utili e le maggiori perdite
Eni è la regina degli utili con 4,8 miliardi di euro nel 2023 (in diminuzione dai 13,9 miliardi del 2022, per effetto del minor contributo del business Exploration & Production che ha risentito della già citata flessione del prezzo del petrolio e delle quotazioni del gas naturale) seguita da Enel con 3,4 miliardi. Stellantis Europe è il terzo campione di utili conseguiti nel 2023 con 2,2 miliardi; seguono Poste Italiane con 1,9 miliardi e Ferrari che chiude a quota 1,3 miliardi di euro (+41,6%).
Al primo posto delle perdite si trova Telecom con 1,4 miliardi, anche se in miglioramento rispetto agli esercizi precedenti. Seguono Sky Italian Holdings che registra una perdita di 0,5 miliardi di euro (25,6% delle vendite) e Vodafone Italia con risultato negativo pari a 0,4 miliardi (9,2% del fatturato).
Il primato di Intesa Sanpaolo e Unicredit nel settore bancario
Il settore bancario italiano, nel 2023, ha mostrato una solidità patrimoniale e una redditività in crescita, come emerge dal report di Mediobanca. Intesa Sanpaolo e UniCredit mantengono il primato per attivo tangibile, rispettivamente con 953,2 e 782,7 miliardi di euro, insieme rappresentano l’83% del Pil italiano. Grazie all’aumento dei tassi di interesse, i ricavi bancari hanno registrato una crescita del 24,4% e il margine di interesse è aumentato del 43,1% rispetto all’anno precedente. La redditività del capitale (ROE) ha raggiunto il 17%, il doppio della media europea. Sul fronte occupazionale, il settore ha visto una leggera riduzione del personale e un’ulteriore razionalizzazione della rete di sportelli.
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