Taglio Bce al 3%: Neoma avverte sui rischi di crisi a catena

Taglio Bce al 3%: Neoma avverte sui rischi di crisi a catena© Shutterstock

Le politiche monetarie europee tornano al centro del dibattito economico dopo il recente taglio dei tassi di interesse al 3% deciso dalla Banca Centrale Europea. Una scelta che, se da un lato sostiene la crescita, dall’altro alimenta il timore di bolle speculative pronte a esplodere in tutto il Vecchio Continente. In questo contesto, uno studio della Neoma Business School lancia un quesito: l’Europa rischia un effetto domino finanziario?

Secondo i ricercatori Messaoud Chibane e Gabriel GiménezRoche, la “generosità” con cui vengono distribuiti crediti a condizioni agevolate potrebbe alimentare speculazioni e innescare crolli a catena nelle principali economie della zona euro, compromettendo la stabilità finanziaria dell’intera area. “Un crollo localizzato non è più un evento isolato”, avvertono gli autori. “Può propagarsi rapidamente agli altri mercati, innescando una reazione a catena”.

Credito facile e malinvestimento

Lo studio sottolinea come l’accesso facilitato al credito favorisca il cosiddetto “malinvestimento”, ovvero investimenti distorti e poco sostenibili, alimentati da politiche monetarie accomodanti. “Quando i tassi di interesse vengono artificialmente mantenuti bassi, la percezione del rischio si offusca”, spiegano i ricercatori. “Gli operatori economici adottano strategie che gonfiano le valutazioni di mercato, senza creare valore solido e duraturo”.

I rischi per i mercati azionari europei

Analizzando le cinque maggiori economie della zona euro – Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi – tra il 2002 e il 2022, lo studio evidenzia come in un’unione monetaria integrata anche un piccolo shock in un grande mercato possa minacciare la stabilità finanziaria complessiva.

La soluzione? Agire in anticipo

Per scongiurare scenari di crisi, i ricercatori propongono l’introduzione di strumenti in grado di valutare anticipatamente la probabilità di un crollo. Questo permetterebbe di restringere temporaneamente le condizioni di credito nei momenti di maggiore rischio. “L’obiettivo è intervenire al momento giusto”, sottolineano gli autori. “Ridurre l’erogazione di credito non appena gli indicatori segnalano un rischio crescente consente di prevenire la formazione di bolle speculative troppo fragili e di proteggere i mercati da una contagiosità incontrollata”. Lo studio si conclude con un appello alle autorità monetarie, ai regolatori e agli investitori affinché monitorino con maggiore attenzione gli effetti a lungo termine delle politiche di sostegno. “In un’Europa sempre più interconnessa, prevenire è meglio che curare i danni lasciati dai crolli ripetuti.”

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