Tasse: le pmi italiane pagano 120 volte più delle big tech

Tasse: le pmi italiane pagano 120 volte più delle big tech© iStockPhoto

Le pmi italiane pagano ogni anno tasse per 24,6 miliardi di euro, mentre le 25 multinazionali del Web presenti in Italia versano, secondo i numeri forniti dall’Area Studi di Mediobanca, appena 206 milioni. In proporzione, le prime sborsano 120 volte di più rispetto alle seconde.

L’elaborazione è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che mette in evidenza tutto il peso fiscale che ricade ogni anno sulle spalle delle piccole e medie imprese del nostro Paese. Com’è noto, le cosiddette big tech – la Cgia di Mestre individua Adobe, ADP, Alibaba, Alphabet, Amazon (10 società con sede in Italia), Booking, IBM, JD.com, Meta, Microsoft, Oracle, Otto, Sap, Salesforce, Uber e Vipshop – riescono ad alleggerire il proprio carico di imposte utilizzando la pratica di attribuire parte dei propri utili, prima che venga applicata la tassazione, nei Paesi dotati di sistemi fiscali vantaggiosi.

Secondo l’analisi della Cgia le pmi italiane prese in esame producono un fatturato annuo 90 volte superiore a quello riconducibile alle big tech, ma in termini di imposte pagano 120 volte di più.

Inoltre gli imprenditori nazionali si trovano a dover fronteggiare un tax rate complessivo che a tutti gli effetti raggiunge quasi il 50%, mentre le multinazionali prese in esame hanno a che fare soltanto con un 36%. L’Ufficio studi della Cgia, tra l’altro, ha sottolineato che la Global minimum tax (Gmt), entrando in vigore quest’anno, non riuscirà a far calare nel breve periodo il gap tra i due mondi industriali, perché viene applicata “a macchia di leopardo” tra gli Stati membri dell’Unione Europea. “Per le grandi holding rimane ancora la possibilità, almeno per i prossimi 5-6 anni, di spostare parte degli utili in alcuni Paesi membri dove la tassazione continua essere molto favorevole”, ha concluso la Cgia.

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