“Un’economia che non uccide”: l’eredità viva di Papa Francesco

Dal 2019, con 'The Economy of Francesco', il compianto pontefice ha promosso una visione economica fondata su giustizia, sostenibilità e dignità umana, dando voce ai giovani per un futuro più equo

Un’economia che "non uccide": l’eredità viva di Papa FrancescoPhoto by Vatican Media via Vatican Pool/Getty Images

Papa Francesco ha lasciato un segno profondo non solo nella Chiesa, ma anche nell’economia globale. Con l’iniziativa The Economy of Francesco, il compianto Pontefice ha lanciato una sfida concreta al modello economico attuale, promuovendo, un’economia che, come evidenziato dallo stesso Bergoglio, “fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”.

Gli esordi dell’Economia di Francesco

Tutto ha avuto inizio con una lettera aperta del Papa, datata 1° maggio 2019, in cui invitava giovani economisti, imprenditori e attivisti under 35 a unirsi ad Assisi per ripensare il sistema economico mondiale. Un incontro storico che si è concretizzato nel 2022 con la firma di un patto tra Francesco e giovani di oltre cento Paesi, e che da allora si è sviluppato in una rete globale attiva in più di cinquanta hub locali.

Questa nuova economia prende ispirazione da San Francesco d’Assisi e si fonda su una radicale inversione di rotta: dalla centralità del profitto a quella della persona; dallo sfruttamento alla cura; dalla competizione alla cooperazione.

Francesco, il Papa della trasparenza economica

The Economy of Francesco e la visione di impresa

Secondo Papa Francesco, i giovani sono “artigiani del futuro”, chiamati a costruire un sistema economico alternativo che ascolti “il grido dei poveri e il grido della terra”. Nei grandi eventi organizzati dal movimento – tra cui il prossimo Restarting the Economy in programma a novembre a Castel Gandolfo (Rm) – si discute di debito ecologico, economia della cura, giustizia sociale e disarmo integrale. Questi temi sono parte di un dialogo globale che ha l’obiettivo di restituire dignità al lavoro, a riconoscere il valore del tempo sottratto dalla frenesia produttiva e a promuovere un’equa distribuzione delle risorse.

Uno degli aspetti più rivoluzionari di The Economy of Francesco è la visione dell’impresa non più come macchina da profitto, ma come motore di benessere condiviso. Un modello dove l’etica è al centro, e dove l’impresa diventa strumento per generare impatto sociale positivo. Si tratta di superare la logica dell’accumulazione, per abbracciare un approccio che misura il successo anche attraverso la qualità delle relazioni e l’inclusività delle decisioni.

Con la sua scomparsa, Papa Francesco lascia un’eredità che continuerà a ispirare. The Economy of Francesco non è solo un progetto, ma un movimento culturale e spirituale che invita tutti – non solo economisti – a farsi carico del bene comune. È un appello a “ripartire dall’economia” per restituire dignità alla vita umana, rigenerare i legami sociali e proteggere la Terra, la nostra casa comune.

Perché “questa economia uccide”

L’espressione “un’economia che non uccide” non è solo una formula retorica, ma una denuncia diretta di Papa Francesco, che affonda le radici nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 2013. In essa, il Pontefice scriveva: “Questa economia uccide.” (EG, n. 53)

Con queste parole, Francesco ha condannato un sistema economico che genera esclusione, marginalizza i più deboli, distrugge l’ambiente e sacrifica la dignità umana sull’altare del profitto. Secondo il Papa, quando la logica del mercato diventa assoluta e non lascia spazio all’etica, ai diritti e alla solidarietà, non siamo più davanti a un’economia al servizio dell’uomo, ma a una che lo schiaccia. L’impegno del progetto The Economy of Francesco nasce proprio da questa consapevolezza: l’urgenza di trasformare radicalmente il sistema economico, per costruire una società dove nessuno venga lasciato indietro, dove l’economia torni a essere “un servizio” e non un fine.

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