Digital tax europea: l’ipotesi Ue in risposta ai dazi Usa

Unica tassa europea sui servizi digitali, la strategia contro i colossi tech degli Usa© Shutterstock

L’obiettivo è colpire le grandi aziende statunitensi che operano nel settore del tech, il mezzo potrebbe essere un’unica tassa europea sui servizi digitali. Si tratterebbe di una normativa antielusiva. O, altrimenti, si dovrebbe pensare a una nuova accisa digitale in vigore in tutto il territorio comunitario.

Intanto, in attesa che questa seconda proposta venga presentata in Commissione – si sta studiando un modo per colpire il punto debole degli Stati Uniti e per rispondere alla guerra commerciale iniziata da Donald Trump. Sul tavolo, quindi, c’è la fiscalizzazione dei grandi oligopolisti dell’economia digitale.

Dst su base unionale e accisa digitale

Un’unica tassa europea sui servizi digitali non è completamente nuova, rimarca quanto fatto da Italia, Francia e Regno Unito durante il primo mandato di Donald Trump a capo degli Stati Uniti. Se in passato si è trattato di un’imposta a livello nazionale per contrastare i dazi Usa, adesso avrebbe maggiore potenza: a livello comunitario.

Secondo gli esperti, si tratterebbe di una sorta di accisa digitale, simile a quella in vigore sulle estrazioni minerarie. In questo modo, si possono intercettare – attraverso i tributi – il valore trasferito alle big tech. Inoltre, questo tipo di tassa è già stata sperimentata, si tratta di crearne una variante per una nuova esigenza commerciale.

Tassa sulle big-tech, come dare valore economico al dato digitale

Se, sulla carta, creare un’unica tassa europea sui servizi digitali è possibile, c’è uno scoglio da superare. Come si stabilisce il valore economico del dato digitale? Si dovrebbe trovare la quadra rispetto al prodotto creato all’interno dell’Unione europea, attraverso una condivisione da parte di tutti gli Stati membri, anche rispetto ai modi di valorizzazione. In sostanza si dovrebbe stabilire una specie di unità di misura condivisa.

Gli esperti, rispetto ai dati profilati per fini pubblicitari e commerciali, esprimono qualche perplessità circa la possibilità reale di attribuire loro un valore in termini economici. In definitiva, si dovrà comprendere quanto sia realmente fattibile trovare il modo per stabilire un tributo di questa natura a livello europeo. Non resta che attendere i prossimi sviluppi, monitorando anche le intenzioni future di Donald Trump.

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