Nell’anno appena concluso il mercato del Venture Capital in Italia è tornato a crescere, nonostante si sia registrato un rallentamento complessivo del settore. Tuttavia, anche nel nostro Paese, rispetto all’esplosione che ci si attendeva dopo i numeri del 2022, non si sta assistendo al boom esponenziale atteso.
In generale, i dati del nuovo EY Venture Capital Barometer sono positivi. Nel 2024 gli investimenti in capitale di ventura in Italia hanno raggiunto 1,1 miliardi di euro, per 292 round chiusi, con un aumento del 7,5% in valore rispetto al 2023 e dell’11% rispetto al numero di operazioni. Il valore medio si è invece mantenuto stabile, a circa 3,9 milioni di euro.
Gli investimenti maggiori sono avvenuti nei settori Health & Life Science, Software & Digital Services, Technology & IoT, Fintech, Energy&Recycling. Tra i principali round del 2024, Bending Spoons (143 milioni) e Medical Microinstruments (101 milioni).
L’analisi sul Venture Capital italiano
Nonostante non si siano raggiunti i trend di crescita sperati, “il sistema del Venture Capital in Italia ha ormai raggiunto un volume di investimenti stabilmente superiore al miliardo di euro, in un contesto Paese che presenta molte criticità e fattori di crescita limitati, con una scarsa propensione agli investimenti e un numero di start up e scale up che lo scorso anno è diminuito”, queste sono state le parole di Marco Daviddi, Strategy and transactions markets leader Europe West di EY.
Il mercato italiano si dimostra ancora limitato rispetto agli altri Paesi europei, con investimenti che arrivano ad appena lo 0,06% del Pil, contro lo 0,20% della Germania, lo 0,26% della Francia e lo 0,12% della Spagna.
“C’è un tema importante di capacità di attrazione degli investimenti, che per quanto riguarda il nostro Paese è ancora limitata. Il grande numero di Venture Capital in Regno Unito riflette proprio questa capacità: anche le nostre aziende, quando raggiungono una dimensione più significativa, si spostano e spesso scelgono proprio il Regno Unito che, anche dopo Brexit, presenta un contesto di investimenti molto più attrattivo”, sottolinea Gianluca Galgano, Startup and Venture Capital leader di EY.
Le normative sulle start-up e il ruolo dei giovani
Lo Start-Up Act, che dal 16 dicembre 2024 regola il settore, è valutato positivamente. “Iniziamo il 2025 con una normativa più completa di quella precedente e con un sistema di incentivazione fiscale più chiaro e semplificato. Questo può dare una spinta e uno stimolo e il agli investitori istituzionali italiani”, afferma Marco Daviddi.
Secondo gli esperti, però, questo può avvenire soltanto se si ferma la forte migrazione dei giovani che sta incidendo sul numero di start-up e scale-up. Soltanto attirando forza lavoro nuova dall’estero e non facendo partire la propria si può essere competitivi.
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