Vino italiano: dall’estero i primi segnali di ripresa. Bene Prosecco e rossi Toscani

Dall'ultimo Report Wine Monitor di Nomisma primi bilanci sul mercato del vino nel nostro Paese. Un periodo non certo semplice, soprattutto per quanto riguarda le vendite nella Penisola

Vino italiano: dall'estero i primi segnali di ripresa. Bene Prosecco e rossi Toscani© KarenWibbs/iStockPhoto

Non è un buon momento per il business del vino. Secondo quanto emerso dall’ultimo Report Wine Monitor di Nomisma – realizzato in collaborazione con NIQ-NielsenIQ – nei primi sei mesi dell’anno le vendite nel canale retail italiano hanno subito un calo a volume di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo del 2023 e a fronte di una crescita di poco meno dell’1% del valore. Secondo Denis Pantini, responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma, il fattore che sta influenzando maggiormente le vendite del vino in Italia è rappresentato dal perdurare dell’incertezza economica “che si riflette nella capacità di spesa dei consumatori. Un’incertezza che ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante”.

A tale proposito, basti pensare che dopo una crescita dei consumi alimentari (food & beverage) nel canale HoReCa pari al 7% nel primo trimestre di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2023), il secondo trimestre ha visto invece un rallentamento, portando la variazione a +4,5%. Su questa dinamica ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti, con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani.

L’export di vino italiano

Sui mercati esteri, invece, si scorge qualche segnale di ripresa. Se è vero che al giro di boa del primo semestre 2024 le importazioni cumulate di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo (-4%), va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre (quando il calo risultava pari al -9%). Il report di Nomisma sottolinea, inoltre, come  le importazioni di vino dall’Italia registrino performance migliori rispetto al trend generale. In particolare, rispetto allo stesso semestre del 2023, gli acquisti di vini italiani a valore risultano positivi negli Stati Uniti (+5,7%), nel Regno Unito (+4,7%), in Canada (+1,3%) e in Brasile mentre soffrono in Germania (-9%) e nei Paesi asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud).

Segno più per Prosecco e rossi Dop della Toscana

In merito alle singole categorie, per i vini fermi e frizzanti italiani si evince un ’miglioramento’ rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando a un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valori, con performance in crescita negli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continuano le riduzioni degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone.

Tra i nostri principali vini a denominazione, continua la crescita dell’export di Prosecco (+12% a valore nel cumulato dei primi 5 mesi di quest’anno) e recuperano i rossi Dop della Toscana (+6%) dopo il calo dell’anno scorso, mentre soffrono ancora quelli piemontesi (-2%).

Il business del vino all’estero

Infine, il report di Nomisma propone anche uno sguardo ai competitor. Il grande malato, in questo momento storico, sembra essere il vino francese che più di altri soffre gli effetti di questa congiuntura economica negativa a livello mondiale: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il 17% nel caso dello Champagne e il 16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%).

In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Stati Uniti. In forte crescita l’Australia (+28%), in recupero dopo il crollo nell’export di vino dell’anno scorso.

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