Chi non vorrebbe vivere di rendita? Chi non vorrebbe trascorrere le sue giornate dovendo decidere se fare un’ora di yoga, una passeggiata, leggersi un libro o cucinarsi una torta? Chi non vorrebbe avere il totale controllo del suo tempo senza doversi preoccupare di orari e consegne da rispettare, capi isterici e poco ragionevoli ai quali sottostare, colleghi non sempre gradevoli cui sorridere e più in generale senza l’ansia di conti che a volte non tornano?
La vita può essere qualcosa di più di ciò che rimane una volta pagato l’affitto, timbrato il cartellino e pagate le bollette. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sognato di costruirci un’esistenza diversa, cioè di vivere di rendita. Vivere comodamente, avendo un reddito che, per qualche magia, ci viene garantito lo stesso anche se passiamo la nostra giornata su un’amaca a bere mojito. Ma si può fare?
Certo che si può fare anche se naturalmente non è facile. La cosa più difficile è procurarsi una rendita. Dunque, non per voler essere pessimisti a tutti i costi, ma escludiamo vincite all’enalotto o a qualche altra lotteria. Escludiamo di poter scrivere una serie di romanzi con un tasso di erotismo pari a un set di pentole, sporche, e di venderne milioni di copie (ogni riferimento alle Cinquanta sfumature non è casuale) e facciamo pace anche con l’idea che non avremo mai la fortuna di scrivere una mostruosità come Pulcino Pio e di arricchirci con le royalty. Escludiamo tutte queste cose perché sono il classico frutto di un destino imponderabile. Cosa rimane?
Rimane la testa. Primo passo: per vivere di rendita, bisogna avere una rendita, altrimenti è anche inutile starne a parlare. La proprietà di un appartamento è già un punto di partenza importante. In questo caso, una soluzione potrebbe essere il modello “Giorgio Bettinelli”, compianto viaggiatore e scrittore, autore di una serie di libri sul suo giro del mondo in Vespa. Prima di diventare un reporter a due ruote, Bettinelli viveva in Thailandia, senza pensieri e senza patemi. Come? Con ciò che gli veniva dall’affitto della sua casa di Roma. In pratica, sfruttava la differenza tra il costo della vita nei due Paesi.
Questa è una cosa da mettere in chiaro: se non si dispongono di grandi capitali, vivere di rendita significa quasi necessariamente emigrare. Sono diversi i Paesi in cui con quella che in Italia sarebbe una cifra piuttosto magra, tipo mille euro al mese, si può condurre un’esistenza quasi dorata. La Thailandia è appunto un esempio, ma si può pensare al Portogallo, alla Bulgaria, all’Ecuador. L’importante è scegliere un Paese con condizioni climatiche non troppo dissimili (o non peggiori) e che sia comunque sicuro, perché nessuno baratterebbe la sicurezza per la comodità.
Una alternativa può essere la vendita dell’immobile e la costruzione di un piano di investimento che consenta di vivere comodamente senza intaccare il capitale di partenza. Esempio concreto: vendete casa vostra e ricavate 300 mila euro, li investite e trascorrete il resto della vostra vita godendo degli interessi maturati dall’investimento di questa cifra. Già ma quanto investire e su che tassi orientarsi?
Una risposta a questa domanda l’ha fornita un esperto, Giacomo Saver, sul suo sito, segretibancari.it, dove ha fissato un paio di parametri e ha calcolato il resto di conseguenza. Ha ipotizzato che per vivere comodamente in Italia o all’estero servano duemila euro al mese, quindi 24 mila euro l’anno, e che una scelta del genere si faccia a 50 anni, con un’aspettativa di vita di circa 32 anni. L’obiettivo, in parole povere, è avere un investimento che frutti di interessi 24mila euro l’anno, per 32 anni. Da quanto si deve partire?
La risposta è: dipende da quanto volete rischiare. Se sceglierete un investimento aggressivo, con un tasso di interesse del 12%, la cifra necessaria per avere una rendita di 24 mila euro l’anno non sarà altissima: 218 mila euro. Ma un investimento del genere è rischiosissimo ed è più probabile che ci si accontenti di un tasso che oscilli tra il 2 e il 3% l’anno. In questo caso, sarà necessario un capitale molto più alto, compreso tra gli 800 mila e il milione e 200 mila euro. Cifre non alla portata di tutti.
Non è detto, però, che tutti abbiano eredi cui dover lasciare il patrimonio, per cui si potrebbe decidere di vivere di rendita intaccando il capitale, e cioè di pianificare un investimento che consenta di avere 24mila euro l’anno per 32 anni, cioè fino ad esaurimento del capitale di partenza. Qui i due estremi sono 218mila euro (con un tasso del 12% l’anno) e 574 mila euro, se si sceglie un profilo di rischio più basso.
© Riproduzione riservata