Web tax, addio alle soglie: anche le Pmi saranno soggette ai versamenti

Le nuove regole entreranno in vigore dal 2026: tutte le imprese che forniscono servizi digitali pagheranno la tassa, con aliquota al 3%

In Manovra modifiche alla web tax: cosa cambia© Shutterstock

È tempo di aumenti, di mutamenti e di riforme e sì, anche la web tax è destinata a cambiare in Italia. Le novità sono state introdotte durante la conferenza stampa di presentazione della legge di Bilancio 2025, nel corso della quale il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha sostanzialmente affermato che anche le Pmi digitali dovranno dire addio alle soglie d’imposta.

Per chi non lo sapesse, in realtà, la web tax italiana regolamenta la tassazione per coloro che operano in Rete, con l’obiettivo di garantire equità fiscale e concorrenza leale. Non è esente da note dolenti, però: attualmente infatti è ancora priva di un accordo internazionale che possa disciplinare più accuratamente la materia che ha in oggetto.

Quando è stata ideata, oltre 10 anni fa, puntava in particolare a contrastare l’elusione fiscale tipica delle transazioni online. Ha poi subito diverse modifiche dopo essersi scontrata con una serie di ostacoli, quali la residenza delle società e il reddito sommerso. Gli ultimi cambiamenti, però, sono particolarmente interessanti: come abbiamo accennato, con la Manovra 2025, verranno eliminati i tetti di fatturato previsti dalla normativa attuale.

Sì, perché fino a questo momento, la web tax non si applicava a tutti coloro che forniscono servizi digitali in Italia: era più che altro calibrata sulle big tech. Riguardava, infatti, tutte le società che avevano (singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo) un ammontare complessivo di ricavi di almeno 750 milioni di euro a livello globale e che percepiscono un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore 5,5 milioni in Italia.

Soglie che sono state rimosse, aumentando la platea degli interessati: a essere soggette al pagamento della web tax (con aliquota al 3%) saranno tutte le imprese che usano la rete per la pubblicità digitale su siti e social network e l’accesso alle piattaforme digitali.

Per altro, queste imprese possono trovarsi ovunque nel mondo: il viceministro Leo ha infatti spiegato che, specie in futuro, «si dovrà arrivare a una disciplina unitaria non più nel luogo di residenza del soggetto ma nel luogo dove viene prodotto il reddito».

Tutti, pertanto, dovranno necessariamente adeguarsi. Le nuove regole entreranno in vigore dal 2026:  l’invio telematico della dichiarazione dovrà avvenire entro il 30 giugno, con l’indicazione dei ricavi percepiti nell’anno solare precedente (2025), mentre il versamento dell’imposta andrà effettuato entro il 16 maggio del 2026.

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