Il comparto delle fiere si conferma un importante strumento per lo sviluppo delle aziende: oltre il 50% dell’esportazioni nazionali viene generato proprio attraverso contatti avviati durante una manifestazione. È quanto emerge da un recente studio di Prometeia, presentato ieri in occasione della Giornata internazionale delle fiere dall’associazione Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), che ha evidenziato come le imprese che partecipano alle manifestazioni riescano a raddoppiare i propri livelli di crescita rispetto alla media nazionale.
I dati di Prometeia, riferiti al 2022 e pubblicati in un articolo del Sole 24 Ore, hanno stimato il contributo fieristico in 0,7 punti percentuali di Prodotto interno lordo, pari a 10,6 miliardi di euro, e in 4 punti percentuali per l’economia turistica.
Partendo da un campione di 3.800 aziende di tre settori chiave del made in Italy – tecnologia, agroalimentare ed edilizia-arredo – lo studio ha rilevato per il decennio 2012-2022 una crescita media annua dei fatturati del 5%, contro il 3% dell’incremento complessivo dei tre comparti.
“Il sistema fieristico attrae le imprese migliori, più dinamiche e competitive all’interno dei settori di appartenenza”, ha commentato Giuseppe Schirone, analista Prometeia che ha curato il Rapporto. “Su un aumento totale delle vendite di 38,7 miliardi di euro per le 3.800 imprese campione, l’11% è il risultato della partecipazione ad attività fieristiche, ovvero il 3,4% della crescita complessiva del fatturato delle imprese italiane”.
“Le fiere sono dei moltiplicatori di business”, ha sottolineato il presidente di Aefi, Maurizio Danese. “Per i tre settori considerati, il Rapporto stima un’evoluzione positiva del fatturato al 2026 di oltre 50 miliardi di euro, grazie soprattutto alle esportazioni e su questa crescita il sistema fieristico avrà un ruolo fondamentale”.
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