Progredisce in modo controllato ma evidente la società capitanata da Giorgio Armani, che ha archiviato il 2023 con ricavi netti pari a 2,45 miliardi di euro, in crescita del 4% a cambi correnti e del 6% a cambi costanti.
A renderlo noto è stata la stessa società, che contestualmente ha annunciato anche che l’Ebitda post Ifrs16 ha toccato i 523 milioni di euro, rispetto ai 519 milioni di euro del 2022. L’ebit si assesta a 215 milioni di euro, anch’esso allineato ai 214 milioni di euro dell’anno precedente, mentre l’utile netto ante-imposte è stato pari a 224,5 milioni di euro, registrando un aumento del 4,4 %.
La società ha anche sottolineato come i dodici mesi del 2023 abbiano registrato incrementi relativi a tutti i canali di vendita rispetto al 2022, con una ripartizione piuttosto equilibrata: il retail diretto vale il 54% dei ricavi consolidati, il canale wholesale il 38%, mentre le royalties da licenze e gli altri ricavi costituiscono il restante 8%.
Equilibrio che si riscontra anche a livello geografico: nel 2023 l’Europa ha generato il 49% del giro d’affari mentre le aree America e Asia Pacific ognuna il 21%, con il resto del mondo al 9%. Il fatturato indotto si è attestato a circa 4,5 miliardi, con una riduzione del 2,6% rispetto al 2022.
Si fa però sentire la battuta d’arresto che ha colpito il mercato del lusso mettendo in seria difficoltà diversi brand iconici (primo fra tutti Burberry): nel secondo semestre del 2023 e nel primo del 2024 Armani ha registrato una frenata nella regione Asia ex-Japan e nella componente più accessibile dell’offerta, con un calo single digit del giro d’affari registrato nella seconda parte del 2023 e confermato nel primo semestre del 2024.
Nonostante ciò, il brand rimane fiducioso nel futuro. Lo stesso presidente e amministratore delegato del gruppo, Giorgio Armani, si è detto soddisfatto della chiusura in positivo, anche e soprattutto perché è sinonimo della solidità del gruppo.
Armani ha anche affermato di non avere alcuna intenzione di fare una corsa alla massimizzazione del profitto a tutti i costi, ogni anno: «Rimango fermamente convinto – ha affermato – che operare in un’ottica di continuità […] sia l’unico modo per affrontare le sfide e gli imprevisti che caratterizzano lo scenario attuale».
Di certo la strategia di Armani è oculata e intelligente: nel corso del 2023 sono raddoppiati gli investimenti (per la ristrutturazione della rete di negozi diretti e per lo sviluppo della struttura digitale e informatica), passando da 70,5 a 142,5 milioni, ma senza intaccare eccessivamente le risorse patrimoniali: a fine 2023 le disponibilità liquide nette e gli investimenti finanziari erano pari a 1.034 milioni (1.101 milioni a fine 2022), mentre il patrimonio netto era pari a 2.100 milioni, corrispondente al 50% circa delle attività totali.
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