Qual è il peggior tipo di ripresa possibile tra le tre pronosticabili: “U”, “V” o “W”? Ovviamente la terza, perchè presuppone che dopo un’iniziale ripresa dell’economia mondiale, possa verificarsi un nuovo e perfino peggiore crollo dell’attività economica. Sarà per questo che l’ipotesi di una crescita a forma di “W” è quella sposata da Nouriel Roubini, che in Usa chiamano tutti “Dr Doom”, ovvero “dottor disastro”; un nomignolo che si è guadagnato per aver per primo e più precisamente di chiunque altro, previsto tempi, modi e gravità della crisi verso la quale il mondo si stava incamminando. Ora Dr Doom prevede che dopo il 2010, quando il Pil dell’America risalirà del 2-3% (dopo aver perso una percentuale analoga quest’anno), il mondo non potrà dirsi ancora fuori dalla recessione finché i due indicatori economici fondamentali, tasso di disoccupazione e consumi, continueranno a essere negativi. E tutto questo, unito alla sovracapacità produttiva di beni e servizi porterà alla deflazione (calo dei prezzi e conseguente rallentamento economico). Prima che questo accada, però, ci sarà una sorta di ripresa (la prima parte della W) probabilmente nel primo semestre dell’anno prossimo, agevolata dall’aumento della speculazione finanziaria che farà aumentare gli utili soprattutto delle banche dando l’impressione che la crisi sia passata. Insomma, nella seconda parte della W sarà la deflazione la protagonista.
UNA SECONDA BOLLA
Ma c’è anche un altro modo di vedere il futuro. In molti, infatti, sostengono che il mondo stia già incubando una seconda bolla, uguale a quella scoppiata all’inizio del 2007. Tracce se ne intravvedono nell’andamento galoppante delle borse (quella Usa è cresciuta di oltre il 50% da marzo) che dà alle persone una sensazione di ricchezza e provoca un’improvvisa ed effimera ripresa dei consumi (e quindi dell’inflazione, contrariamente a quanto prevede Roubini). Proprio per questo la Banca centrale inglese ha iniziato già da ottobre a riacquistare titoli sul mercato al ritmo di 4,5 miliardi di sterline alla settimana. Ed è per questo che anche la filiale newyorkese della Fed ha provato a riassorbire una parte dei 1.000 miliardi di dollari immessi nel sistema bancario dal 2007 temendo un’esplosione proprio dell’inflazione. Come temono anche il capo economista della banca francese Natixis, Patrick Artus («Il rally dei mercati da marzo a oggi è dovuto all’eccesso di liquidità che esiste nel sistema finanziario») e Corrado Passera, amministratore delegato della maggiore banca italiana, Intesa Sanpaolo («C’è una montagna di liquidità che è in giro per il mondo. È una liquidità buona, che risolve i problemi delle banche, ma potrebbe creare una bolla simile a quella che c’era all’inizio della crisi»).Si tratta di due previsioni diametralmente opposte ma che arrivano alla stessa conclusione: è probabile che dopo il primo semestre del 2010 il mondo possa essere colpito da una nuova caduta dell’economia originata, ed ecco le differenze, da un persistente calo dei consumi che non riescono ad assorbire la sovracapacità produttiva dell’industria mondiale, o da un’esplosione, proprio nell’economia reale, della bolla finanziaria originata da un eccesso di liquidità. Il risultato, in entrambi i casi, non è esaltante. Ma è sempre meglio dell’andamento a “L”: una lunga stagnazione. Questa dannazione, a quanto pare, ce la potremo risparmiare.
UNA RIPRESA A “W”
0-0,25% OSCILLAZIONE DEL TASSO DI INTERESSE USA SUI FED FUNDS
1.000 MLD DOLLARI IMMESSI NEL SISTEMA BANCARIO DALLA FEDERAL RESERVE DAL 2007
4,5 MLD STERLINE INVESTITE OGNI SETTIMANA NELLE OPERAZIONI DI RIACQUISTO DEI TITOLI DALLA BANK OF ENGLAND
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