È Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, a fare il punto della situazione sul reintegro della titolarità dei diritti in capo al 30% di Fininvest: all’orizzonte c’è un possibile nuovo accordo che potrebbe segnare un ritorno alla piena disponibilità della quota nella banca da parte della holding della famiglia Berlusconi.
Doris ha parlato in termini chiarissimi per mezzo di un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera: «Fininvest ha in corso l’interlocuzione con la Bce sulla sua eccedenza al 10%. È un iter standard per tutti gli azionisti di peso delle banche. Quando scomparve mio padre, la Bce diede l’ok alle nuova governance della holding di famiglia, che controlla il 26% di Banca Mediolanum, solo dopo 9 mesi».
«Sarà così anche per Fininvest – continua Doris – è solo questione di tempo. Non c’è urgenza: il nostro Cda è stato rinnovato ad aprile e rimarrà in carica tre anni». Per altro, l’a.d. di Banca Mediolanum non esclude l’ingresso di un consigliere Berlusconi nel board, che sarà «espressione di Fininvest, tenendo conto dei requisiti di onorabilità e competenze. Si potrebbe varare un nuovo patto parasociale, quando vi saranno le condizioni, sono aperto al riguardo. Dal 2015 non esiste più, ma le due famiglie hanno una relazione molto salda».
La partecipazione di Fininvest in Banca Mediolanum risale a quando Ennio Doris, fondatore della banca, strinse una partnership con Silvio Berlusconi, creando una solida alleanza. Questa collaborazione ha permesso a Mediolanum di espandere la propria offerta nel settore bancario e finanziario, con una particolare enfasi sulla consulenza personalizzata, che continua a essere un pilastro del suo modello di business.
Se il processo in corso con la Bce – nato a causa delle normative europee che limitano il potere di voto per le quote superiori al 10% – dovesse risolversi favorevolmente, Fininvest riprenderebbe il controllo pieno, con un ritorno a una gestione congiunta con la famiglia Doris.
Il percorso, di certo, sembra essere quello: nel mese di maggio l’avvocato generale della Corte di Giustizia europea, Manuel Campos Sanchez–Bordona, aveva sottolineato l’errata interpretazione della Banca centrale europea, e a settembre è arrivata la conferma della legittimità della quota in Mediolanum da parte della Corte UE. Se tutto si dovesse concludere con il reintegro si tratterebbe senz’altro di un passo strategico per affrontare le sfide future nel settore bancario, un settore sempre più competitivo e influenzato dalle regolamentazioni europee.
Frattanto, dal punto di vista finanziario, Banca Mediolanum ha registrato ottimi risultati nel 2024, con un incremento degli utili del 18% nei primi nove mesi, arrivando a 674,3 milioni di euro. Questo risultato positivo è stato sostenuto principalmente dal margine di interesse e dalle commissioni, grazie alla solidità della raccolta netta e ai buoni risultati sui mercati finanziari. Mediolanum prevede di chiudere l’anno con circa 7,5 miliardi di euro di raccolta netta in risparmio gestito, a testimonianza della sua continua crescita.
© Riproduzione riservata