La quotazione in Borsa può andare di traverso a Eataly. Come rivela il Sole 24 Ore, il 2016 del gruppo di Oscar Farinetti si è chiuso con 11 milioni di perdita netta. Le attività italiane di Eataly, infatti, hanno registrato un calo del fatturato di 32 milioni di euro (da 211,7 a 178,8 milioni), che ha provocato così la perdita di 11 milioni, lontanissima dai 713mila euro di utile dell’anno precedente. I 200 milioni raccolti all’estero non sono bastati a correggere la rotta. «Questa è un’azienda in piena evoluzione», le parole di Andrea Guerra, presidente di Eataly srl al quotidiano economico. «L’anno scorso, in tre mesi, abbiamo raddoppiato i negozi negli Usa».
Per la relazione di bilancio di Eataly, il risultato negativo «in controtendenza rispetto alla performance degli anni precedenti», è dovuto alla «riduzione del fatturato conseguente all’evento di Expo 2015». come scritto nella relazione al bilancio 2016. I 20 ristoranti regionali, che tanto avevano fatto discutere per le modalità di assegnazione, avevano fatto volare il fatturato 2015. L’anno scorso invece hanno pesato l’aumento del 5% del costo del lavoro e del 4% del costo dei servizi, il tutto a prezzi costanti. Il vero problema, però, è aver mancato le attese: si attendevano 420 milioni di fatturato, mentre ci si è fermati a 380. L‘obiettivo dell’ad Guerra per il 2017 è arrivare a 500 milioni di fatturato con l’apertura di tre punti vendita l’anno da aggiungere ai 38 store già in attività: «Nel 2016 abbiamo inaugurato il secondo negozio di New York, Boston, Monaco, Copenaghen, Trento e tre punti vendita negli Emirati. Nel 2017 abbiamo tagliato il nastro a Trieste e a Mosca. A breve apriremo a Los Angeles e a Stoccolma. In agenda abbiamo da 3 a 5 inaugurazioni l’anno»
Numeri che allontanano la prospettiva di una quotazione in Borsa per Eataly, prevista inizialmente addirittura nel 2015 ma che ormai sembra abbandonata. L’idea dello sbarco a Piazza Affari è comunque servita ad attirare gli investimenti, a partire dal fondo Tamburi che già nel 2013 valutava il gruppo ben 500 milioni. La concorrenza di Autogrill e dell’online hanno fatto il resto, allontanando chi come Joe Bastianich sembrava pronto a prendere una quota delle attività negli Usa.
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