Blackstone acquista Mecha Comic: l’investimento nei manga e nel soft power giapponese

Blackstone ha ufficialmente chiuso l'accordo con la società Infocom, che a sua volta gestisce il sito di fumetti digitali Mecha Comic, fra i più grandi in Giappone

Blackstone ha ufficialmente chiuso l'accordo con la società Infocom, che a sua volta gestisce il sito di fumetti digitali Mecha Comic, fra i più grandi in Giappone© Shutterstock

L’attenzione nei confronti del mondo dell’intrattenimento da parte delle più grandi società finanziarie internazionali è destinato a non scemare. Anzi, al contrario, si evolve e si diversifica, come dimostra l’accordo dal valore di 1,7 miliardi di dollari stipulato da Blackstone per l’acquisto di Mecha Comic, piattaforma digitale online giapponese per la lettura di manga.

Nello specifico Blackstone ha lanciato un’offerta da 275,8 miliardi di yen sconfiggendo una serie di concorrenti (tra cui la società di investimenti KKR) e privatizzando la società giapponese di distribuzione di fumetti digitali Infocom, che gestisce proprio Mecha Comic. Mecha è attualmente uno dei siti web più grandi del Giappone specializzati nella pubblicazione di manga e ciò rende la mossa di Blackstone l’investimento estero più significativo fatto finora nel crescente impero del soft power giapponese.

Per chi non lo sapesse, il soft power nipponico non è altro che la capacità del Giappone di attrarre fondi, utenti e collaborazioni di rilievo facendo leva sull’enorme potenziale della cultura orientale: la mossa di Blackstone ne sottolinea la capacità persuasiva e apre ufficialmente un nuovo agguerrito capitolo sul valore dei contenuti di intrattenimento made in Japan.

A voler essere puntigliosi, giochi, anime e manga sono già da tempo sotto osservazione, perché il mercato è diventato sempre più grande. Il fatto che fino all’investimento di Blackstone non ci siano state svolte di particolare rilievo si deve a una ragione specifica: non si tratta di un mercato del tutto trasparente, perché spesso i diritti sulle proprietà sono divisi tra le aziende, cosa che rende estremamente difficile da valutare.

Per altro, i più grandi editori giapponesi non sono quotati, cosa che rende difficile la quotazione della loro proprietà intellettuale. Al netto di queste difficoltà, però, negli ultimi anni l’interesse degli investitori globali è aumentato vertiginosamente in primis per le grandi occasioni fornite dallo yen debole e poi perché il valore delle esportazioni di contenuti del Giappone è attualmente pari a 4,7 trilioni di yen (29,5 miliardi di dollari).

Va anche precisato che il focus sui manga è tutto fuorché casuale: dopo essere esplosi durante la pandemia di Covid-19 i fumetti giapponesi rappresentano circa la metà o più di tutte le vendite di graphic novel negli Stati Uniti e il loro potenziale supera quello del classico fumetto internazionale, perché prescinde dal concetto di eroismo e si lega a qualsiasi tipologia di argomento.

Dalla cucina allo sport, dall’ambito scolastico a quello lavorativo, i manga sono in grado di accarezzare un bacino ampissimo di utenti che si trasformeranno in acquirenti e che saranno disposti a comprare altri oggetti ed esperienze legate alla cultura pop giapponese. In più, come dimostra l’accordo di Blackstone, i lettori si stanno spostando sempre più verso le piattaforme digitali.

L’accordo con Infocom segna la più grande transazione di private equity in Giappone quest’anno. Il prezzo delle azioni Infocom è più che raddoppiato da quando la notizia della potenziale acquisizione è stata diffusa per la prima volta il mese scorso, chiudendo a ben 6.030 yen lo scorso martedì rispetto ai meno di 3.000 yen di inizio maggio.

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