C’è una nuova tendenza, forse inattesa, nelle ultime Offerte pubbliche di acquisto (Opa) intraprese in Borsa nel nostro Paese, ma non solo: è “la rivincita” dei soci di minoranza, come è stata definita oggi in un articolo del quotidiano La Repubblica.
In diversi casi, infatti, i piccoli soci sono riusciti a far lievitare il prezzo oppure a portare a un ridimensionamento della soglia di adesione alle Opa in questione. La canadese Alimentation couchetard, ad esempio, ieri ha incrementato del 20% fino a 47 miliardi di dollari la sua offerta per Seven & I holdings, la realtà giapponese dei cosiddetti convenience store di 7-eleven. Se da un lato le società intenzionate all’uscita da Piazza Affari hanno cercato di far calare i prezzi, spesso i soci di minoranza hanno risposto in direzione ostinata e contraria, mettendo in atto strategia per evitare il delisting.
È stato calcolato che circa il 30% delle Opa del 2024 ha subito conseguenze: quelle su Saes Getters, Medica, Servizi Italia e Defence Tech Holding hanno tutte visto aumentare il proprio valore. L’offerta su Saes Getters è aumentata del 6,46% a 28 euro (contro i 26,3 della prima offerta) per opera della famiglia Della Porta, azionista di riferimento. Inoltre c’è la saga relativa all’Opa di Tinexta su Defence Tech Holding (Dth), società benefit specializzata nella cybersicurezza e nell’analisi dei dati, inizialmente valutata 3,15 euro per azione. Dopo svariati duelli legati, un comitato di esperti di Borsa hanno fissato in 3,8 euro il prezzo delle azioni di Dth: si tratta del 20,6% in più dell’offerta iniziale. Quindi il cda di Tinexta ha deciso di alzare l’offerta.
Inoltre l’offerta del gruppo francese Fnac-Darty su Unieuro e quella della Retex di Fsi su Alkemy, hanno ridotto la soglia minima di adesione rispettivamente al 66,7% e al 51% del capitale, allontanando (forse) la prospettiva dell’addio alla Borsa.
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