Delfin ottiene quasi il 10% di Mps: come cambia il settore bancario in Italia

Delfin ottiene quasi il 10% di Mps: le conseguenze© Shutterstock

Delfin rafforza la sua influenza su Mps, passando dal 3,5% al 9,78% del capitale. In questo modo la holding della famiglia Del Vecchio diventa la seconda azionista, che detiene l’11,73%. Subito dopo ad avere voce in capitolo sulla banca senese sono Francesco Gaetano Caltagirone, con il 5,026%, Banco Bpm, con il 5,003%, e Anima che ne possiede il 3,992%.

Delfin ha definito l’acquisto delle azioni Mps una “complessiva operazione di share forward e collar share forward”, una considerazione che sembra riferirsi al gruppo francese Bpce, che attraverso la controllata Natixis risulta titolare di una partecipazione aggregata in strumenti finanziari del 6,398% di Mps. La sua costituzione risale al 6 gennaio 2024 e potrebbe essere stata creata in appoggio all’ascesa della holding dei Del Vecchio.

Prima Caltagirone, che ha arrotondato la quota al 5%, e ora Delfin, a un passo da quota 10%, creano un nocciolo duro di azionisti italiani auspicato con forza dal Governo Meloni. L’obiettivo è creare stabilità a Mps. Secondo gli analisti, inoltre, Delfin, potrebbe diventare il naturale sostituto del Ministero dell’Economia come socio principale dell’istituto bancario.

Il ruolo di Mps nell’asset bancario in Italia

La holding lussemburghese ha una posizione chiave nel settore. È presente anche nel capitale di Unicredit con il 3%, è il primo azionista di Mediobanca con quasi il 20% e socio di Generali con il 10% circa. 

Se l’Opa lanciata da UniCredit su Banco Bpm venisse accettata, Mps potrà rappresentare il terzo polo subito dopo il colosso guidato da Andrea Orcel e Intesa Sanpaolo. In questo contesto, potrebbe assumere maggiore rilievo anche Anima. Si tratta della società di gestione del risparmio indipendente partecipata al 22% da Banco Bpm, e di cui Francesco Gaetano Caltagirone oggi controlla il 5,3%, sotto Opa proprio di Piazza Meda e che non sembra tra le priorità di UniCredit. L’altra opzione vede un’alleanza Banco Bpm-Mps, che sarebbe una maniera per sfuggire alle mire di UniCredit. In ogni caso, oggi Monte dei Paschi di Siena ha un ruolo centrale nel mercato bancario del Paese.

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