Fase d’attesa per il mercato italiano delle Ipo (Initial public offering, offerta pubblica iniziale) che, dopo un 2023 soddisfacente, in questi mesi sta performando meno rispetto ai dati che provengono dal resto d’Europa.
Ipo nel 2024: i dati europei
Secondo il report From resilience to reawakening – European Equity Capital Markets, un’analisi di Deloitte sull’andamento in Europa del mercato delle operazioni straordinarie, in particolare delle Ipo, nel primo semestre 2024 il valore complessivo delle Ipo in Europa è stato pari a 13,6 miliardi di euro, in aumento del 26% rispetto al valore totale dell’intero 2023 e del 246% rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso. Seppur a livello di volumi in Europa ci siano state solamente sei operazioni in più nel primo semestre dell’anno (71 Ipo) rispetto al corrispondente periodo del 2023, la raccolta è stata significativamente superiore con tre offerte pubbliche iniziali che hanno superato i 2 miliardi di euro.
Nei primi sei mesi del 2024 è infatti cresciuta la dimensione delle Ipo, con un valore medio di circa 192 milioni di euro rispetto ai 61 milioni di euro del 2023, grazie anche alla ripresa delle Ipo delle società partecipate dai fondi di private equity.
Il mercato italiano
In Italia, invece, l’andamento è decisamente diverso. Quest’anno, almeno fino a fine ottobre, in Italia ci sono state 19 operazioni di Ipo di cui solo una sul mercato principale. “Il capitale raccolto è sensibilmente inferiore rispetto a quello dello scorso anno, che era stato trainato da quattro grandi operazioni sul mercato principale che avevano generato una raccolta pari a 1,3 miliardi, oltre l’80% del capitale complessivamente raccolto nell’anno”, spiega Davide Bertoia, Head of Capital Market Audit & Assurance Deloitte Italia.
“Anche sul segmento Egm le operazioni del primo semestre 2024 sono state caratterizzate da una raccolta media minore rispetto allo scorso anno”, aggiunge Bertoia. “Nonostante la fase vissuta dal mercato finora, le prospettive per il 2025 mostrano segnali positivi grazie alla nutrita pipeline di operazioni, sia sul mercato italiano che europeo e alla prospettiva di una politica monetaria meno restrittiva. Tuttavia, permangono rischi legati alla situazione geopolitica e al rischio di crescente protezionismo, che potrebbero influire sull’andamento e sulla volatilità dei mercati in taluni settori”.
Secondo Bertoia, le recenti misure di iniziativa pubblica a sostegno delle Ipo, quali ad esempio il Fondo di Fondi promosso dal Mef e da CdP e Quota Lombardia, oltre alla conferma del credito d’imposta per la quotazione delle pmi prorogata anche per il 2025 rendono particolarmente favorevole l’avvio di progetti di quotazione in Borsa.”
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