Alzi la mano chi saprebbe spiegare esattamente, così su sue piedi, cosa sia il Digital banking. Tutti ne abbiamo sentito parlare e tutti sappiamo che la rivoluzione tecnologica degli ultimi 20 anni, cioè Internet, più avvento social media, più big data ecc…, ha avuto un impatto sul settore bancario eppure faticheremmo a spiegarlo. Che qualcosa sia cambiato, però, ognuno lo può vedere anche solo contando il numero di filiali di istituti di credito che hanno chiuso di recente nel proprio quartiere.
Il Digital banking viene spesso e volentieri confuso con l’home banking ma in realtà i due concetti non sono perfettamente sovrapponibili. Il primo indica un insieme di processi grazie ai quali i servizi bancari possono essere erogati attraverso Internet. Non si sostanzia nel semplice accesso ai propri dati bancari da casa, ma nella digitalizzazione di tutti i processi operativi e gestionali, dal rapporto con il cliente all’amministrazione passando per la gestione e l’integrazione dei dati.
Questo è il futuro del settore bancario. Secondo uno studio di Juniper Research, entro il 2021 saranno tre miliardi le persone che effettueranno operazioni attraverso i loro device, che siano tablet o smartphone non importa. Sulla carta, tutti avrebbero da guadagnare da questo passaggio: le banche potrebbero snellire i propri organici, sveltirebbero i loro processi decisionali e allo stesso tempo tagliarebbero la spesa relativa al mantenimento delle filiali.
Anche i clienti ne ricaverebbero dei vantaggi in termini di tempo, visto che ne passerebbero di meno in coda agli sportelli, e di soldi, perché è probabile che anche i costi di gestione di un conto si abbasserebbero. E in Italia cosa stanno facendo le banche? Arriveranno puntuali all’appuntamento con la rivoluzione digitale.
Secondo un rapporto pubblicato nel 2016 da Ftc Technologies, da noi l’86% degli istituti sta già elaborando una strategia digitale e un 78% la sta già sviluppando. Secondo un report di Kpmg, entro il 2020 , in Italia sparirà il 30% degli sportelli bancari e avverranno attraverso i canali digitali il 70% delle transazioni e il 55% delle vendite, mentre i bancomat saranno sempre meno dei semplici erogatori di soldi e sempre più dei computer capaci di mettere in grado i clienti di svolgere operazioni anche complesse da soli.
Una recente ricerca di BI Intelligence, in un’analisi intitolata “The digital disruption of retail banking” rivela che i millennial non frequentano nessuna filiale. Fanno tutto con i propri device: a questa clientela, che col tempo diventerà sempre più consistente e infine sarà maggioritaria, le banche devono offrire servizi sempre più validi, tecnologicamente avanzati e semplici da usare. Anche perché la concorrenza del settore Fintech, cioè quello che combina finanza e tecnologia, è molto agguerrita.
© Riproduzione riservata